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Mostra – Graziano Perotti, Dal réportage al sogno

Allo Spazio Tadini, la casa museo di via Niccolò Jommelli 24 a Milano, in cinquanta fotografie corredate da testi, è riassunta l’intera carriera di Graziano Perotti, autore profondo e curioso che si è occupato di fotografia di viaggio, reportage sociale, ritratti, piccole e grandi storie di umanità e di luoghi. Sono le foto più importanti dei suoi reportage, premiate, finite in collezioni importanti o divenute copertine di riviste nazionali e internazionali. L’esposizione vi porterà tra Cuba, l’India, l’Ecuador, lo Yemen, il Guatemala, il Marocco, Giordania, Palestina. Nelle Sale al piano inferiore sono invece ospitati 6 réportage a raccontare l’attenzione di Perotti per l’umanità: Intrecci, Il Carnevale Antropologico in Sardegna, Dammi la mano, Ghost Town Hebron, Scuola di gomme Khan al Khmar, Il Muro. Ed un unica fotografia emblematica del lavoro Idomeni Open Borders. Intrecci è una storia molto attuale quanto delicata, una storia di poliamore convinto tanto nelle relazioni quanto nelle passioni; le corde il mezzo di espressione e di comunicazione con l’altro. Il Carnevale Antropologico in Sardegna è un duro quanto affascinante viaggio a Lula dove il carnevale, come in alcuni altri paesi della Sardegna si veste di antropologia. Qui bisogna dimenticare carri allegorici e stelle filanti, si tratta di ben altro, qui si celebrano antichi riti Dionisiaci che si perdono nella notte dei tempi. Dammi la mano è un progetto e un libro fotografico realizzati in occasione del venticinquesimo anniversario dell’Associazione Pavese per la Cura del Dolore Onlus Lino Sartori. Argomento del progetto è infatti l’attività di assistenza dei volontari dell’Associazione, che offre assistenza domiciliare gratuita grazie al volontariato di medici specialisti, psicologi, infermieri professionali, ausiliari socio-assistenziali, operatori socio-sanitari e fisioterapisti. Ghost Town Hebron e Il Muro raccontano, nel silenzio, il rumore assordante di un luogo invisibile (fantasma) agli uomini e a Dio, la Palestina. Idomeni Open Borders reportage da Idomeni tra il peregrinare di uomini alla ricerca di un futuro diverso. Scuola di gomme Khan al Khmar racconta una storia di ingiustizia e di genialità al tempo stesso. A fronte dell’insediamento di oltre 40 mila coloni israeliani, dal ’67 non erano stati concessi permessi di costruzione ai palestinesi, e le baracche in lamiera, considerate illegali, venivano periodicamente demolite. Un gruppo di architetti italiani, collegati all’Università di Pavia, decise di costruire una struttura “non permanente” senza incorrere negli strali delle normative militari israeliane. Materiali locali, la soluzione proposta dal team di progettazione, era basata sulle straordinarie qualità costruttive del materiale prescelto: i pneumatici. Questi, riempiti di sabbia a pressione, impilati a file alterne, vengono a costituire pareti di 60 cm di spessore. Intonacati adeguatamente, i muri non rilasciano sostanze inquinanti e rappresentano un isolante ideale sia in inverno, sia in estate. E impediscono gli Israeliani di avere motivi legali per demolirla. Corredano la mostra anche due video sul suo lavoro.

Aperta fino al 22 aprile, a cura di Federicapaola Capecchi e Melina Scalise.

Orari: dalle 15:30 alle 19:30 – domenica dalle 15 alle 18:30. Chiuso lunedì e martedì.

Info: tel 02.26110481; www.spaziotadini.com    

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