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Editoriale numero 6 – Est

Vi aspettavate forse qualcosa di più esotico e variopinto, più verso quelle terre dove la gente ha gli occhi a mandorla e lo sguardo dei fotografi è così differente da qui. Ma è di un Est vicino che vi vogliamo parlare. Armenia, Georgia, Albania, Russia, perfino Rimini. Abbiamo deciso di osservare gli avvenimenti dietro l’angolo di casa, a Oriente da noi, dentro quella storia e quella geografia vicine caratterizzate dai grandi cambiamenti politici e sociali che tutti abbiamo nella memoria. Sarà per questo che troverete in queste pagine così tanto bianco e nero: la vecchia Europa si è modellata intorno a crisi, esodi, genocidi, dittature. I fotogiornalisti sono in giro a documentarli, a testimoniare rivoluzioni che a volte fanno paura, che in certi casi premono appena fuori dall’uscio per dirci qualcosa, o entrano nei nostri spazi cercando un posto dove stabilirsi. Mario Laporta per primo, nell’89 fermò i momenti concitati e allegri della caduta del Muro di Berlino con inquadrature che lo hanno reso uno dei nostri migliori autori. In quei giorni si sono sgretolate molte convinzioni, lì per noi europei cominciò un cambiamento epocale. Da quel punto cardinale, l’Est di una città spaccata in due dagli errori della storia, quel giovane reporter napoletano ha assistito incredulo alla fine di un’era e alla nascita di un’altra che, come suggerisce Francesco Cito nella sua analisi a pagina 74, non è detto che sia poi stata tanto migliore.

Viene facile pensare alle condizioni in cui versa oggi il continente europeo, agli equilibri che si reggono su speculazioni finanziarie invece che su basi che tutti possano percepire, alla povertà che lo minaccia da dentro fino a far rischiare il collasso di un Paese come la Grecia. I motociclisti di Niccolò Rastrelli però non si disperano e alla recessione rispondono con la resilienza e i sorrisi di un popolo abituato ad adattarsi. A farci rivedere schemi e condizionamenti pensa un’autrice portoghese, Violeta Santos-Moura, con i suoi ritratti ai soldati israeliani pentiti dei loro trascorsi. Senza marcati riferimenti storici o ideologici è invece il lavoro di Sara Munari, onirico viaggio che ha toccato dodici Paesi dalla Russia fino alla Bulgaria in bilico tra fiabe e folklore e che sfocia oggi in un libro.

Non vi anticipo tutti i contenuti. Aggiungo soltanto che su questo numero estivo ci sono due perle di cui vado particolarmente fiera.

Troverete il nostro tributo a uno dei più grandi fotoreporter italiani, Uliano Lucas, per cinque decenni impegnato a sondare la nostra epoca attraverso approfondite inchieste sulla società e sulle sue trasformazioni. Ci ha affidato immagini antologiche e di grande significato simbolico: gli operai in fabbrica, i migranti, le lotte operaie, le manifestazioni… ritratti di persone e situazioni che senza l’intervento dell’autore sarebbero rimaste fuori dalla storia del Paese, come ci racconta nell’intervista che abbiamo realizzato. L’altra firma che impreziosisce le nostre pagine è quella di Rankin: poche presentazioni per un fotografo ritrattista che è anche editore e inventore di alcune delle più belle riviste di moda del panorama editoriale internazionale. Lo conoscete già, aveva firmato l’affascinante copertina del numero che EyesOpen! ha dedicato al “Tempo” lo scorso inverno. Ora Rankin ha deciso di stringere con noi rapporti culturali e artistici, di aprire una finestra sul nostro mondo affidandoci i suoi talentuosi autori emergenti. Ci porterà dove non sapremmo arrivare, nei labirinti delle nuove tendenze internazionali della fotografia di moda e di ritratto, con quell’originalità provocatoria e stupefacente di cui soltanto lui è capace. E questo è soltanto l’inizio di un bellissimo sodalizio.