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Mayumi Suzuki – The Restoration Will – Photoboox Award 2017

Sulle pagine di EyesOpen! n. 11 in uscita lunedì 27 novembre ospitiamo quattro lavori che provengono da Oriente. Sono il vincitore e alcuni dei finalisti del Photoboox Award 2017, concorso internazionale indetto dal Photolux Festival di Lucca e dedicato al libro fotografico. Il vincitore vede pubblicato il suo libro dalla casa editrice Ceiba Editions in collaborazione con EyesOpen! Magazine e Grafiche dell’Artiere

Il contest si proponeva di individuare i migliori progetti editoriali inediti e dar loro visibilità e un’opportunità di realizzazione alle nuove generazioni di fotografi. Ha vinto il dummy The Restoration Will di Mayumi Suzuki: racconta la storia della perdita dei genitori, che l’autrice ha vissuto a seguito dello tsunami che ha colpito il Giappone nel 2011. Gli altri meritevoli autori pubblicati, tutti finalisti al concorso, sono Hiroshi Okamoto, Miki Hasegawa, Thi My Lien Nguyen.

La giuria composta da: Markus Schaden (fondatore del The PhotoBookMuseum – Colonia), Daria Birang, curatore e book maker, Benedetta Donato, curatore indipendente, Eva-Maria Kunz, co-fondatore e direttore artistico della casa editrice Ceiba editions, Manuela Cigliutti, co-fondatore e direttore artistico della rivista EyesOpen! Assegnando a Mayumi Suzuki il premio, ha voluto supportare l’autrice nel processo di compimento di questo progetto personale, trasformando un dummy già molto interessante in un libro, nella convinzione che quanto iniziato probabilmente come modo per lavorare su una perdita personale possa diventare un progetto da condividere con un ampio pubblico. La giuria ha visto chiaramente riflessa nel suo progetto la personale sfida dell’autrice e tutto il potenziale di questo lavoro, nel quale ha saputo raccontare la propria vulnerabilità senza però trovare le giuste soluzioni narrative.

Qui un’anteprima:

“I miei genitori sono scomparsi con lo tsunami del 2011. La nostra casa venne distrutta. Era il luogo dove lavoravano, ma anche dove vivevano. Io sono cresciuta lì. Dopo il disastro, ho ritrovato un obiettivo, il portfolio e l’album di famiglia di mio padre e l’album di famiglia sepolti nel fango e nelle macerie. Un giorno provai a scattare una foto di paesaggio con l’obiettivo fangoso di mio padre. L’immagine è risultata oscura e sfocata, come una visione del defunto. Nel farlo, ho sentito di poter collegare questo mondo con quell’altro. Mi sembrava di poter avere una conversazione con i miei genitori, anche se in realtà è impossibile. Le foto di famiglia che ho trovato si erano bagnate ed erano diventate bianche. I ritratti di mio padre erano macchiati, scoloriti. Queste cicatrici sono simili al danno visto nella mia città e ai miei ricordi che sto lentamente perdendo.

Spero di conservare la mia memoria e la storia della mia famiglia attraverso questo libro che è dedicato a mio padre, Atsushi Sasaki e a mia madre, Katsuko Sasaki, che non sono ancora stati trovati dall’11 marzo 2011″ – Mayumi Suzuki

Il libro sarà presentato sabato 25 novembre alle ore 12:00 (Lucca, Real Collegio) nel corso del Photolux 2017. Approfondimenti sul sito Ceiba Editions

Foto di back stage per gentile concessione di Ceiba editions:

 

 

 

 

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Elger Esser – L’alchimia del paesaggio

L’ALCHIMIA DEL PAESAGGIO

di Alessandra Klimciuk

Pubblicato su EyesOpen! n. #10 – Habitat

Entrare nel mondo di Elger Esser è un viaggio nella dimensione del tempo e dello spazio senza fine. Un viaggio dove l’arte fotografica diventa arte pittorica. Maestro indiscusso della rarefazione in paesaggi dove arte e natura sono intimamente legati, la sua ricerca ha incluso l’emozione nell’idea documentaristica di Bernd e Hilla Becher, rimanendo comunque vicino al senso concettuale della fotografia e al valore della memoria trasmesso dai suoi celebri insegnanti alla scuola di Düsseldorf, che hanno sempre sostenuto il suo lavoro. La sua perfezione ottica, il suo concetto di luogo, il rigore formale dello spazio e dei suoi componenti, l’utilizzo del grande formato, lo avvicinano e lo vedono a suo modo figlio dei lavori dei Becher. L’autenticità della ricerca attraversa tutta la sua produzione. Un alchimista contemporaneo che sperimenta e invita a ripensare la fotografia come strumento di originalità e a ridefinire il suo territorio.

Artista raffinato e colto, il suo mondo visionario è frutto di un lavoro meticoloso e di una ricerca approfondita. Le sue immagini oniriche e sublimi rimandano a tutta la cultura europea di cui Elger Esser è profondo conoscitore. La connessione letteraria è estremamente importante per lui, che ha sempre cercato temi legati alla letteratura classica del ‘900. Quello che lui sa, ha studiato e ricerca dà a ogni luogo un’importanza che va ben oltre l’immagine che già di per sé ci affascina.

Sensibile e preciso nella sua osservazione, Elger Esser utilizza tonalità pallide, quasi sbiadite o seppia, ma anche il colore, per rappresentare diversi stati d’animo, tecniche che ricordano lo spirito romantico del tardo XVIII secolo e la letteratura di viaggio del XIX secolo. Ma le sue opere, che possono apparire classiche, diventano contemporanee nella loro composizione, che si muove tra la sfocatura e la nitidezza data dalla lunga esposizione.

Frutto di ricognizione e preparazione meticolosa, il luogo e l’inquadratura di ogni sua opera diventano essi stessi parte di quel momento preciso che è il tempo perfetto, ma anche di uno spazio ben definito e rigoroso. Spazio e tempo sono le due coordinate che costruiscono le sue fotografie. Il momento presente e lo spazio definito, dilatano i propri confini fino a perdersi nell’infinito, in una sfera rarefatta tra le dimensioni del tempo e dello spazio, in cui lo spettatore perde i propri confini e i propri riferimenti, ma ritrova l’esperienza interiore e intima del senso profondo della realtà e della sua bellezza senza fine.

La poetica di Esser si manifesta proprio di fronte alla magnificenza della natura, alla sua bellezza, alla vastità degli spazi, di fronte a cui l’uomo riconosce il proprio limite e la possibilità di una dimensione sovrasensibile, da esperire sul piano puramente emotivo. Il sentimento del sublime apre all’uomo l’esperienza dell’infinito. Il mare, lo stesso elemento che ci compone e senza il quale non ci sarebbe vita, attraversa quasi tutta la sua produzione. E i suoi paesaggi diventano lo specchio della nostra anima, ritratti sublimi dell’animo dell’uomo. Anche l’ultima serie di lavori Morgenland, realizzata durante una serie di viaggi in medio oriente tra Libano, Egitto e Israele dal 2004 al 2015, utilizza il paesaggio come riflessione sulla situazione politica e i conflitti che lacerano quelle regioni da decenni. La descrizione che fa Esser trasmette una bellezza tranquilla e serena, che auspica un senso di riconciliazione tra le differenze culturali e le questioni storiche irrisolte.