Di Barbara Silbe
Maurizio Galimberti saluta l’arrivo della Primavera con un libro dedicato ai fiori. Detto così, sembra una cosa banale, in realtà il Galimberti-pensiero è sempre complesso, intarsiato, da scoprire tessera dopo tessera. Il volume, l’ennesimo pezzo da collezione, lo presenta questa sera in corso Venezia 35 a Milano, incorniciando casa sua con una piccola mostra che raccogie le sue opere dedicate a Parigi e alla Tour Eiffel. Come i suoi celebri mosaici futuristi, anche gli scatti a quesi boccioli multicolore spostano continuamente la nostra attenzione sul dettaglio, sul punto di messa a fuoco, sulla cornice, su abbinamenti e movimenti che sono frutto della sua inesauribile forza espressiva. L’artista della fotografia istantanea, genio imprevedibile, scompone sempre ogni oggetto che si trova davanti, che sia una piazza, un monumento, un volto o un petalo delicato. Ci gioca, manipola, lo rimanda a noi intriso di nuovi significati per sollecitare la nostra fantasia. E questi scatti di margherite, tuberose, gigli, petunie o tulipani, sembrano maltrattare la fragilità della natura fino a fare uscire una nuova verità: sono tagliati o racchiusi in cornici, dai toni desaturati o vividi, abbinati a formare dittici o lasciati solitari alla nostra mercé… Eppure, tutti insieme concorrono a formare un bouquet di metafore che, attraverso un linguaggio universale, ci parla dei nostri stessi sentimenti.
Scrive così il professor Stefano Zecchi nel testo critico del libro: “Maurizio Galimberti fa un grande, originale lavoro misurandosi con i testimoni della aristocratica bellezza della natura, consapevole della loro potenza simbolica, prudente per non oltraggiarne la qualità. Di fronte a un fiore, il fotografo può rimanere ammaliato dall’idea di catturare con la sua macchina il segreto della bellezza: immagini perfette, colori che non trascurano le più lievi sfumature. Non è così per Galimberti che procede lentamente senza illudersi, e illuderci, di rappresentare la vita di un fiore attraverso il suo simulacro. Lentamente, perché si preoccupa di ritrarre qualche dettaglio per stimolarci a ricostruire con la nostra sensibilità il tutto: il particolare di un fiore è la tessera di un mosaico, perché nel mosaico il punto focale dell’immagine deve essere sempre, di volta in volta, definito. Un mosaico è avvolgente, domina lo sguardo, non gli dà la libertà di controllare l’immagine”.
“Flowers”, di Maurizio Galimberti, è edito da Centro Diffusione Arte.
E’ in vendita presso Armani Libri, via Manzoni 31 a MIlano e, prossimamente, anche su Amazon.