di Fabrizio Bonfanti
Avevamo già parlato del MASI di Lugano in occasione della collettiva “Capolavori della fotografia moderna 1900-1940”. Questa volta siamo tornati lì per la pittura, segnatamente per l’inaugurazione della mostra “Rovine” di Nicholas Party. L’artista svizzero presenta la sua prima semi-retrospettiva, come l’ha definita lui stesso, nel bellissimo spazio del MASI. L’esposizione ospita 31 lavori a pastello e 4 sculture alcune opere provengono da collezionisti provati e rappresentano il lavoro degli ultimi dieci anni dell’artista svizzero, mentre altre sono state realizzate per la mostra come lo stesso spazio espositivo è stato progettato da Party stesso. Lui è solito costruire le sue mostre adattando gli spazi ospitanti diventato essi stessi parte dell’elaborato artistico.
Party ha completamente ridisegnato lo spazio seminterrato creando un percorso che è opera d’arte esso stesso. I visitatori possono immergersi in una cattedrale di colori brillanti guidati dal tragitto che li porta a scoprire il suo lavoro. Sono accolti da due sculture di teste giganti e poi vengono subito rapiti dalle tele presenti nelle sale successive. I temi sono quelli classici della pittura: il paesaggio, il ritratto e la natura morta, sorta di archetipi artistici, che Party interpreta con i tratti dei sui pastelli dai colori strabilianti e pop.
Le rappresentazioni sono immaginarie e non fanno riferimento a luoghi od oggetti specifici, sono tuttavia riconoscibili e diventano lo strumento per dell’espressione creativa dell’artista.
Esternamente al percorso vi sono 4 opere ispirate al pittore simbolista svizzero Arnold Bocklin (1827-1901) dove vi sono rappresentati paesaggi in disfacimento, da qui il nome “Rovine” della mostra, ospitate in un ambiente cupo che contrasta nettamente con il resto dell’esposizione
Il tema “Rovine” per Party rappresenta tuttavia il cambiamento, la transizione da uno stato all’altro.
In altre due sale si avvale della tecnica del trompe l’oeil dipingendo le pareti e le campiture in finto marmo policromo realizzate in collaborazione con l’artista Sarah Margnetti.
La mostra è un’immersione completa nel mondo di Party per certi versi straniante, è un viaggio in cui le opere e lo spazio espositivo dialogano offrendo nuove possibilità di lettura.
Definire il MASI un museo è tuttavia riduttivo, sarebbe più corretto chiamarlo un centro di aggregazione culturale: nell’auditorio all’aperto in estate vengono organizzati concerti e letture, mentre le altre sale ospitano la sopracitata mostra “Capolavori della fotografia moderna 1900-1940, che è un prezioso scrigno di fotografie vintage raccolte dal collezionista Thomas Walther , attualmente di proprietà del MOMA di New York. Si possono ammirare capolavori della fotografia originali difficilmente visibili data la loro delicatezza, normalmente custodite nell’istituzione museale newyorkese. Il prima piano invece ospita una mostra di pittura dal titolo “Sentimento e osservazione, arte in Ticino 1850-1950″ che raccoglie capolavori dal Realismo al Surrealismo nella regione, tra i quali anche pezzi di Sironi e Giacometti.
La mostra di Party sarà visitabile fino al 9 gennaio 2022 ed è a cura del direttore del MASI Tobia Bezzola e di Francesca Bernasconi.