LUAP, nella vita Paul Robinson, è un artista visuale emergente e poliedrico la cui attività è apprezzata a livello globale da Londra a New York, da Dubai a Hong Kong e Berlino. Ha esposto insieme ad artisti di fama internazionale tra cui Picasso, Banksy, Warhol e Hirst alla Andipa Gallery di Knightsbridge e ha creato grandi opere d’arte su misura per l’esclusivo London Members ‘Club e Daisy Green. Quest’anno celebra i dieci anni dalla creazione del suo “The Pink Bear”, un grosso orso rosa-fluo che usa come alter ego e che porta in luoghi esotici per porre l’accento su temi e tabù che non ci lasciano indifferenti: la salute mentale, l’ambiente, l’isolamento.
LUAP indossa la sua tuta da orso e si carica addosso 20 kg di attrezzatura fotografica professionale fino ai confini della terra, guidandoci in una perlustrazione dentro e fuori se stesso e indagando la perdita dell’innocenza dell’individuo. Ha visitato tutti i continenti tranne l’Antartide e la produzione fotografica che realizza funge da rimbalzo per la fase successiva del suo processo creativo. Impiegando diversi mezzi e tecniche, affronta le questioni legate al crescente senso di eco-ansia che affligge ormai così tanti di noi, in particolare i giovani. LUAP usa la sua arte, quindi, per attirare il suo pubblico e trasmettere un messaggio oscillante tra angoscia e speranza.
L’orso rosa vive e si muove in mezzo a noi. Esplora, si diverte, si sofferma, addirittura pensa: è fotografato mentre fissa un abisso pieno di spazzatura, evocando la realtà affrontata dalla nostra giovinezza. In un altra opera l’artista spruzza vernice acrilica per generare l’illusione di una foresta verde vista da lontano, ma avvicinandosi alla tela i grani acrilici multicromatici diventano distinguibili, richiamando le microplastiche che ora dominano paesaggi un tempo incontaminati. La sua creatività affronta tematiche come l’innocenza dell’infanzia, l’isolamento e la solitudine inquinata che spesso ci travolge nelle grandi metropoli, sensazioni che si amplificano ancora di più oggi, in tempi di Coronavirus e crisi climatica.
“Lo storytelling rende la profondità, definendo il lavoro e stabilendo un dialogo franco su verità scomode” – ci spiega LUAP – L’Orso Rosa nasce dall’essere a disagio nella propria pelle, mentre siamo alla ricerca di noi stessi, per superare la disconnessione generata dal disagio con la realtà. Allo stesso modo, il mio personaggio nella sua ricerca si connette con la natura, sperando di ristabilire un legame perduto da tempo a causa del degrado dell’ambiente. Lui in origine era un orso polare, rappresenta il più onesto ponte di connessione, guarda la realtà dritto negli occhi, sperando di trovare un paradiso perduto “. Una stampa del Pink Bear è stata recentemente venduta a un valore tre volte più alto del prezzo di listino da Christie’s per conto del Terrence Higgins Trust.
In un anno segnato dall’isolamento e dalle crisi esistenziali, l’autore vuole che l’arte stringa la mano alla società civile e aiuti ad attirare l’attenzione sulle questioni più urgenti dei nostri tempi cercando una partnership con cause specifiche, come il cambiamento climatico. Attraverso questa collaborazione cerca di confortare il suo pubblico.
“L’orso rosa – afferma LUAP – è nato per me come un alter ego, uno che cerca di sciogliere la paura e l’oscurità con la gioia e il calore di un ricordo d’infanzia. Quando qualcuno guarda la mia arte, voglio che si senta a suo agio di fronte a quel personaggio, a prescindere da cosa possa essere giustapposto. L’esperienza artistica chiude il cerchio ricreando ricordi felici per gli altri. Donando un momento condiviso di nostalgica felicità, spero di costruire un rifugio per chi osserva “.