Robert è un fotografo fine art svedese che, scrive, non pratica il mestiere a tempo pieno. Il suo stile seriale lo ha condotto a catalogare dei silos solitari in mezzo a grandi spazi, che resistono agli elementi naturali e al trascorrere degli anni, antichi testimoni del lavoro dell’uomo. Cartoline dall’Antropocene, le sue, inanimate, astratte, che pur escludendo soggetti vivi, ne fanno intuire tutta la presenza. Nella sua indagine contano il colore, le sfumature, la prospettiva le dimensioni, i vuoti e i pieni, le linee, i segni lasciati sui muri… ma più di tutto conta l’immaginazione che qui lo ha condotto e da qui lo fa (ci fa) partire per un viaggio nel tempo. Questi edifici si ergono come fari decadenti sopravvissuti all’uomo, eppure scopriamo, attraverso questa serie, che possiedono la nostra stessa caducità.
“Il lavoro di Robert mi ha colpito per la pulizia delle sue foto e per l’equilibrio che riesce a donare all’interno dei suoi fotogrammi. Gli scenari che ritrae sono degli enormi silos, delle maestose cattedrali circondate da un paesaggio innaturale, tanto da sembrare un set cinematografico abbandonato e sospeso nel tempo”
(Antonio Verrascina)
“Gli elevatori per cereali nordamericani mi hanno sempre incuriosito per le loro enormi dimensioni e per il loro design monolitico unico e senza finestre, come cattedrali che resistono agli elementi del tempo e segnalano la sublime presenza umana. Le persone sono innegabilmente al centro della storia e le loro impronte sono assolutamente ovunque nelle mie foto – ma non sono fotograficamente il soggetto principale. Attraversando il Canada occidentale nel 2018 ho esplorato la provincia canadese, principalmente agricola, del Saskatchewan. Durante questo percorso ho incontrato praterie e deserti sconfinati, luoghi in cui mi sono sentito totalmente in pace. Ciò che mi attrae è la sbalorditiva sensazione di soggezione quando si sperimenta il contrasto tra la vulnerabilità dell’uomo con la maestosità di ciò che è in grado di costruire. Lo scopo del mio lavoro è quello di trasmettere questa sensazione di imponenza e la sublimità dell’uomo in questa grande macchina che chiamiamo società. Penso che i vecchi edifici sopravvissuti alle generazioni umane, siano diventati fari nel tempo, anche se nel frattempo, stanno scomparendo proprio davanti ai nostri occhi: in Saskatchewan circa il 90% non esiste più”
(Robert Lundin)
Note biografiche
Cresciuto nei Paesi Bassi e in Svezia, Robert Lundin ha inizialmente avuto una lunga carriera nel business, conseguendo un Master in Economia aziendale a Rotterdam. Tuttavia, la fotografia è stata la sua vera passione. Ha seguito diversi corsi presso l’Accademia Fotografica di Stoccolma, tenendo numerose mostre nella sua città e a Parigi. Ha lasciato la sua carriera nel marketing nel 2017 per concentrarsi su nuove progetti di vita, tra cui viaggiare e fotografare.
www.robertlundinphotography.com