Di Barbara Silbe
Sensazioni intime, primordiali, affiorano vibrando da queste immagini i cui protagonisti, oltre ai soggetti, sono gli elementi del Creato: acqua, vento, terra… Da loro sembra trarre energia ogni cosa inquadrata, ogni rappresentazione che l’autrice mette in scena sul suo palcoscenico. Le due protagoniste di questa storia sembrano cercare una connessione profonda con ciò che le circonda, per radicarsi nella realtà fisica, tangibile, e fondersi con l’universo in un equilibrio permanente. Nell’acqua si immergono, dal vento si fanno avvolgere, e calpestano il terreno in cerca di una strada che le conduca. Come nelle celebri quattro Allegorie di Jan Bruegel (due delle quali conservate alla Pinacoteca Ambrosiana di Milano, le altre due al Museo del Louvre), esseri umani e animali convivono in un Paradiso pittorico molto vario. Accenna alla spiritualtà, all’essenza stessa della vita, la fotografia di Martina Biasetti, passando da metafore che alludono alla consapevolezza che ogni manifestazione della natura sia già parte del nostro essere. Anche nella scelta di affiancare due scatti e creare questi dittici delicati, l’artista rimanda al dialogo tra noi e il luogo che ci ospita, quasi che, parlandosi così profondamente, si possano curare molte ferite.
“Sofia oscilla nelle acque. Le acque sono verdi smeraldo e riflettono la natura viva e traboccante che le sovrasta. Sofia galleggia serena nelle acque che la circondano, la sorreggono, la spingono e la respingono in un candido gioco di dolce abbandono. Poi, nel buio dietro le quinte, c’è Ofelia, circondata da un corpo liquido, pesante e opprimente, che lentamente la avvolge e la inghiotte. La morte di Ofelia non è mostrata in scena. È sola, lontana dalle luci del palcoscenico, dagli applausi e dalla vita mondana. Sott’acqua, dietro un velo, nel silenzio, Ofelia guarda il vuoto; vittima delle oscillazioni ingannevoli di quell’acqua verde smeraldo, o forse vittima di ingenuità e del suo essere donna, vittima della sua stessa morte che dall’ oscurità, la vede presente e sulla bocca di tutti solo nel momento della sua assenza”.
(Martina Biasetti)
Note biografiche
Martina Biasetti è un’artista nata a Parma nel 1983.
Ha studiato Belle Arti scegliendo la carriera d’artista come professione.
La fotografia di Martina nasce dal bisogno di aprire lo sguardo oltre l’ordinaria realtà che ci circonda, cercando di catturare la sfuggente poesia del quotidiano, in quei momenti vissuti nella sua vita di donna, di madre e d’artista.
Ne nasce una produzione artistica intima e personale, nella quale l’immagine poetica è messa in stretto rapporto con la realtà.
La natura, sempre presente nelle sue fotografie, si affianca all’essere umano, si fonde con esso, fino a inondarlo, in una visione estremamente romantica quanto familiare.
Martina ha cominciato la sua attività espositiva nel 2007, classificandosi come vincitrice e finalista in varie collettive.
Il suo lavoro è apparso in diverse pubblicazioni e collaborazioni.
Attualmente vive e lavora a Parma.