Testo di Paola Rizzi
Parmaea, meglio conosciuta con il suo nome attuale “La Palmaria”, è una piccola isola del Mar Ligure inserita in una vasta area dichiarata, nel 1997, Patrimonio Mondiale dell’Umanità dall’Unesco attraverso l’istituzione del sito “Porto Venere, Cinque Terre e Isole”. È dunque un Sito di Importanza Comunitaria, quasi a voler sottolineare la rilevanza della biodiversità presente in tutta l’area protetta. Oggi, però, la parola d’ordine per La Palmaria è “valorizzare” o, nell’accezione piuttosto abusata di questi tempi, “capitalizzare”. E’ questo il vero senso del “Masterplan”, un progetto approvato nel 2023 che vedrà non solo la demolizione di vecchi edifici della Marina Militare a favore di nuove cementificazioni a uso turistico, ma anche l’abbattimento di 2/3 degli attuali boschi per far posto a terrazzamenti agricoli la cui utilità è stata messa fortemente in discussione.
L’isola presenta oggi una quantità di spazi indecisi, privi di funzione, avvolti da una ricca vegetazione spontanea ben conservata formata da pinete e macchia mediterranea. E cos’è stato finora di questo insieme di spazi senza ruolo, “frammenti di paesaggio” dove sembra non vi sia alcuna “somiglianza di forma”? Tutto, si potrebbe rispondere, visto che il loro “punto in comune” è quello di costituire un “territorio di rifugio per la biodiversità’. Quest’isola invita a percepire la terra come entità viva, come un grande giardino in cui tutti i frammenti di paesaggio ignorati offrono opportunità di rigenerazione. Ciò che è «incolto» diventa qui luogo ed elemento privilegiato del cambiamento ecologico. Parmaea è la mia piccola battaglia contro la speculazione, con i miei mezzi voglio combattere questa abituale modalità di “valorizzazione “del territorio; voglio far comprendere come oggi, più che mai, sia necessario avere un nuovo modo di guardare lo spazio ridefinendo gli ambiti della biodiversità, l’estetica del paesaggio e i modi di progettarlo.
Con questo progetto, come ho già fatto in passato, ho voluto fornire istruzioni per guardare un presente che già si sta disfando, ho voluto riconfigurare l’isola attraverso la fragilità e la precarietà che la caratterizzano, ne ho trattenuto la bellezza, così fugace, attraverso immagini essenziali, perché capire l’ambiente in cui si vive permette di agire per un futuro migliore.
Note biografiche
Paola Rizzi, diplomata in Arte e Comunicazione Visiva, è una fotografa professionista. I suoi progetti artistici si esprimono attraverso dinamiche e tecniche ogni volta diverse. Esplora l’intersezione fra l’uomo e l’ambiente, ma nei suoi lavori più recenti si è focalizzata sul valore del tempo nelle dinamiche della società. Ha esposto in diverse collettive e personali in Italia, alla Biennale di Italia-Cina di Pechino e alla Galleria PH21 di Budapest nel 2022. Presente al Photofestival di Milano, al Voghera Foto Festival e al Trieste Photo Days con una personale con Costellazioni Personali.
Da oltre dieci anni porta avanti una ricerca sull’autoritratto che l’ha portata alla sua prima personale a Milano con la mostra Io sono qui a cura di Paola Riccardi.
Ha ottenuto diversi premi e riconoscimenti internazionali ( BWA, LYNX, MIFA , IPA ). Finalista nel 2023 de l Premio Cascella e nel 2022 del VII Premio Eliana Lissoni , vincitrice del Premio Sirene e Trieste Photo Day con il progetto Costellazioni Personali , E’ tra 17 fotografi selezionati per la mostra commemorativa del 50simo anniversario della strage di Piazza Fontana “17Graffi”.