Flavio Gilardoni è cresciuto professionalmente nella fotografia lavorando per circa vent’anni nella storica agenzia Grazia Neri, dove aveva il compito di selezionare e vendere foto e servizi di attualità alle più importanti testate giornalistiche italiane. Questa esperienza gli ha permesso di allenare il suo sguardo osservando milioni di scatti provenienti da ogni dove e realizzati dai più grandi maestri dell’obiettivo. Oggi vive e lavora a Londra e, da fotografo italiano all’estero, ha affinato uno sguardo attento, ironico e sorprendete sul mondo che lo circonda.
“Improvvisamente mi accorsi che c’erano spazi vuoti che nessuno aveva pensato di colmare – ci racconta – e questo mi ha dato lo stimolo per iniziare a fare foto io stesso. Volevo raccontare gli aspetti nascosti locali, ma comunque di valore, che sono sempre stati ignorati”.
“Gli inizi non furono affatto facili – ci confessa – non tanto per la mancanza di idee o di materiale da fotografare, quanto per il fatto che, confrontando le mie fotografie a quelle degli autori affermati, notavo una differenza abissale. Ero ipercritico nei miei confronti e sottoponevo le mie fotografie a mille confronti, ma non mi sono dato per vinto e, a furia di sperimentare tecniche di ripresa e post-produzione, mi avvicino ogni giorno al mio obiettivo”.
In questo suo racconto dell’ultimo Pride nella capitale del Regno Unito, è evidente e inevitabile un confronto con il suo Paese d’origine, dove una società meno libera dai pregiudizi inorridirebbe a vedere sfilare i corpi militari in questo colorato appuntamento annuale che celebra i diritti di ogni persona. Nessun intento di denuncia, in lui, che ci tiene però a far conoscere il differente approccio British alla questione. Usa il mezzo del fermo immagine, del ritratto raccolto per strada proprio al centro della parata, che si fa narrazione allegra eppure piena di profondità.
“In fotografia, come nella vita di tutti i giorni, ogni istante è un piccolo cambiamento – prosegue Flavio – si procede aspirando al meglio, arrivandoci per piccoli passi, sia che si tratti di professione, o di passione o della stessa esistenza. Rimane però in me sempre immutato lo spirito di cercare cose nascoste, ma che chiunque potrebbe vedere e, da quando mi sono trasferito a Londra dieci anni fa, questa voglia di scoprire si è rafforzata in una città meravigliosa che offre un’infinità di sfaccettature. La capitale britannica è completamente fuori dagli standard classici ai quali ero abituato. qui è possibile scoprire situazioni che sarebbero impensabili altrove. E ogni giorno sono più innamorato di questa meravigliosa città, pur con tutti i problemi tipici di una megalopoli”.