Portfolio – Francesco Cilli, Keep Pushing

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testo di Jacopo Scarabelli

Durante la pandemia ricevetti una chiamata da parte di Francesco Cilli, fotografo che conoscevo già in quanto vincitore del Lugano Photo Days con un progetto sull’anoressia intitolato “There Is The Sun Outside”. Incappò nel mio progetto sul gaming “Play The Game Over” e decise di interfacciarsi con me per comprendere quale fosse stato il mio percorso, dal momento che, a sua volta, aveva iniziato a produrre una lavoro sui videogiochi e non voleva proporre lo stesso tipo di approfondimento. Ho capito da subito che stavo parlando con una persona con una certa sensibilità.
Passano mesi ed eccolo con “Keep Pushing”.
Di indagini su videogiochi, cosplay e affini ne ho viste uscire a volontà, ma la sua è l’unica che in me ha sollecitato un interesse che negli altri non ho ritrovato.

“Il titolo “Keep Pushing” – racconta Cilli – è un’analogia tra i tasti della tastiera o del pad che vengono premuti durante il gioco, la concentrazione dei giocatori e la frequenza cardiaca che aumenta durante la sessione di gioco. Il progetto si concentra sul mostrare chi sono i giocatori attraverso le loro postazioni, il cambiamento delle loro espressioni facciali, le emozioni e i picchi di battito cardiaco che il giocatore prova.
Ad ogni soggetto fotografato è stata monitorata la frequenza cardiaca durante una sessione di cinquanta minuti tramite uno smartwatch. I referti cardiaci hanno mostrato una marcata differenza tra giocatori professionisti e dilettanti.”

Questo contrasto tra il virtuale e la cosa più umana che c’è (cioè il cuore), mi ha subito affascinato, sia per il suo significato più emotivo che per la sua valenza scientifica.

“Per i giocatori professionisti – prosegue l’autore – il battito cardiaco è costante anche nelle sessioni a lungo termine di tre ore. Per i giocatori non professionisti, invece, i picchi cardaci sono evidenti e variano in base al numero e alla tipologia degli avversari incontrati, e alla posizione raggiunta da ciascun giocatore a fine partita.”

Il risultato sono dei dittici fotografici che propongono due ritmi differenti. Quello a bassa frequenza in cui si vede il giocatore nella sua stanza adibita al gaming, e quello ad alta frequenza in cui osserviamo le reactions degli stessi giocatori durante le sessioni di gioco.
Nello storytelling, il ritmo ha una notevole importanza e questo progetto acquista valore proprio per il fatto che assume un ruolo non solo estetico, ma di contenuto.


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