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Fruit Exhibition, nona edizione al via

Ci fa piacere segnalare un’importante evento dedicato all’editoria d’arte indipentende, settore che pensiamo vada sempre sostenuto e nel quale noi stessi siamo nati nel 2014. Si terrà domenica 5 settembre 2021, al Parco della Montagnola di Bologna, dalle 10 alle 23 la nona edizione di Fruit Exhibition, il festival e market internazionale dell’editoria d’arte indipendente. Dopo l’esperienza interamente digitale del 2020, il pubblico potrà finalmente tornare a toccare con mano prodotti difficili da reperire nei grandi circuiti di distribuzione, risultato di una ricerca libera e sperimentale sia nei formati che nelle scelte editoriali. La manifestazione dà voce a un universo estremamente sfaccettato che Fruit Exhibition ha scelto di esporre in una location a cielo aperto, ma centralissima per la città, con le proposte dei 49 espositori tra micro editori d’arte, self-publisher, graphic designer, illustratori e artisti, case editrici di grafica contemporanea, magazine, etichette musicali, stampatori artigianali. Saranno presenti: Anomali – Anonima Impressori – Anna Giuntini Iroiro World – APRI – a Dance Mag – Babird Family – BEKKO – BOLO paper – Canicola Edizioni – Checkpoint Charly – Cesura Publish – Caratteri – Compulsive Archive – Collettivo Franco – Cabin Boy Studio – Damocle edizioni – Daria Tommasi – Else Edizioni – Edizioni del Frisco –  Erminia Aurora Rizzacasa – Edizioni Minoritarie – Fatma Ibrahimi– Giada Fuccelli – Giulia Ratti – Giulia Bussei – Il Muro Magazine – KABUL Magazine – King Koala – Libri Tasso – LÖK ZINE – Marmo Libreria – Mulieris Magazine – Nerofumo 680 – Numero Cromatico – Obsolete Shit – Officina Typo – Paolo Marzocchi – Patty Love Paper – Petronella Ortmann – Polenta Malgazine – Ricordorama – Scomodo – Sigaretten – Things That – Venezia Manifesto – VIAINDUSTRIAE – Vincenzo Punzo – Yuyanxinhaha – 0938psychocandy

I workshop | 4-5 settembre

Fruit Exhibition propone anche quest’anno un programma di workshop che trattano vari aspetti dell’autopubblicazione cartacea e digitale e offrono occasioni professionalizzanti per chi è già esperto o sperimentali per chi si sta avvicinando a questo mondo.

Sabato 4 settembre Tecnica Mista propone A little silkprint animation, workshop-lampo di animazione tradizionale per la realizzazione di un flip-book, mentre domenica 5 settembre Cadavere squisito a orologeria per fare animazione in modo libero, selvaggio, istintivo e gestuale, ispirato al noto gioco surrealista. Else Edizioni, casa editrice e laboratorio artigianale di stampa serigrafica, organizza invece il workshop di illustrazione, stampa serigrafica e narrazione Kamishibai, previsto per sabato 4 settembre.

Sabato 4 e domenica 5 settembre si terrà infine il laboratorio di pittura Un bosco nel parco condotto da Marta Finotti: un intervento di rigenerazione urbana con la partecipazione di in gruppo di ragazzi richiedenti asilo che stanno facendo un percorso di inserimento al lavoro nell’ambito del progetto Nausicaa con l’Associazione Serendippo.

Iscriviti cliccando su ogni singolo workshop: fruitexhibition.com/news

Gli incontri del 5 settembre:

Ore 18.00 PRESENTAZIONE DI ABITATA PIETRA – INHABITATED TOPOGRAPHY, VIAINDUSTRIAE PUBLISHING Con Antonio Cammareri e Luogo Comune. Abitata pietra è il progetto editoriale di Antonio Cammareri, Stefania D’Amato e Luogo Comune, a cura di Marco Trulli, nell’ambito della residenza Un atlante del paesaggio rupestre tenutasi nell’ambito di Matera 2019. Il libro è frutto di un’intensa ricerca visuale e di sperimentazione narrativa realizzata collettivamente dagli artisti; una riflessione sul paesaggio raccontata attraverso le immagini; un insieme di stratificazioni visive e di senso sull’abitare, sul rupestre e sulle comunità.

Ore 19.00 LA SERIGRAFIA IN ITALIA: UN MONDO INTERNO DENTRO A UN LIBRO Presenta: Francesco Ciaponi (docente di Storia della stampa e dell’editoria presso LABA Rimini, Fenomenologia dei media presso LABA Firenze e direttore delle Edizioni del Frisco). Ospiti: Daniel Tummolillo (docente di Serigrafia d’arte presso l’Accademia di belle arti di Brera e autore del libro “V.I.P. Various Italian Printmakers”).

Ore 20.00 PREMIAZIONE FIP – FRUIT INDIE PUBLISHING – SECONDA EDIZIONE Premiazione del progetto editoriale vincitore che si è distinto per aver espresso il tema del “viaggio” nel modo ritenuto più originale ed efficace.  La seconda edizione del premio FIP è in collaborazione con Favini, storica cartiera italiana, e destinata alla produzione di un’opera inedita.

Ore 20.45 FRISCOSPEAKS: IL MAGAZINE SULLA GRAFICA UNDERGROUND Presenta: Francesco Ciaponi (docente di Storia della stampa e dell’editoria presso LABA Rimini, Fenomenologia dei media presso LABA Firenze e direttore delle Edizioni del Frisco). Ospiti: Linda Cuscito e Giuseppe Di Carlo (Concretipo Studio – Firenze).

Ore 21.30 URBANER – un progetto a cura del Comune di Modena sulle Culture Urbane in Emilia-Romagna. Analisi e documentazione tra estetica, antropologia e società. Presenta  Elia Mazzotti Gentili e Simone Ferrarini (direttori scientifici assieme a Pierpaolo Ascari e Pietro Rivasi del progetto), modera Cinzia Ascari ( curatrice indipendente e responsabile del programma Media e Visual Arts per Future Education Modena)

Domenica 5 settembre ore 22.30 sarà inoltre presentato in anteprima il documentario Art Book Stories, un’indagine sul mondo dell’editoria artistica indipendente che il regista Christian Battiferro ha ideato con la collaborazione degli studenti del corso post-diploma McLuhan (Fondazione Fitstic), e il sostegno dell’Associazione Crudo. Art Book Stories ci accompagna in viaggio da Madrid a New York, da Bologna ad Amsterdam, passando per Parigi dove scopriamo che quasi ogni grande città ha la propria “art book fair”. Quello della pubblicazione di “art book”, ovvero libri fatti da artisti, è un vero e proprio fenomeno globale in espansione, che la pandemia non sembra aver intimorito. Tra i protagonisti: Yannick Bouillis, Art Director di Offpri – Paris Art Book Fair; Max Schumann, fondatore della New York e Los Angeles Art Book Fair; Anna Ferraro, fondatrice di Fruit Exhibition; Erik Kessels, artista e fondatore di KesselsKramer Publishing; Emilia van Lynden, Direttrice artistica di Unseen – Amsterdam e Mónica Carroquino di Libros Mutantes – Madrid Art Book Fair.

INGRESSO LIBERO con green pass senza bisogno di prenotazione.

Fruit Exhibition è un progetto di Crudo in collaborazione con Arci Bologna Frida nel Parco con il sostegno del Comune di Bologna, Regione Emilia Romagna e Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna.

Informazioni: segreteria@fruitexhibition.com

www.fruitexhibition.com

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Isabella Franceschini – The garden

Isabella Franceschini vive da sedici anni a contatto con la natura della campagna circostante Ozzano dell’Emilia e il giardino è sempre stato il suo rifugio segreto, la sua oasi rigenerante, una bolla di leggerezza e libertà dove si ritrova. “Nei giorni della pandemia – racconta lei stessa – quel giardino è stato il luogo che mi ha permesso di indagare su me stessa e di confrontarmi con le mie insicurezze. Così, l’oppressione provocata in me dalla battaglia contro il nemico invisibile, è diventata matrice di sogni malinconici che mi hanno aiutato a non smarrirmi, ma di continuare a sperare”.

Un incedere poetico, il suo, attento ai dettagli, alle sensazioni, alla percezione di se stessa tradotta in gesti e brandelli di quel mondo protettivo, pieno di sorprese e di appagamento, che l’autrice racconta con uno stile carico di percezioni tattili, perfino uditive e olfattive, ottenute nonostante la “costrizione” della bidimensionali del mezzo fotografico. In questo sua oasi verde, come esistesse un Dio delle piccole cose, tutto è fondamentale, perfino l’ombra di un fiore al tramonto. Ed è importante la sua grande capacità di narrazione, che rende speciale l’ordinario e spazia dal ritratto all’indagine documentale: questa attitudine denota una grande curiosità per l’essere umano e le sue infinite sfaccettature.

BIOGRAFIA

Isabella Franceschini è una fotografa freelance italiana. Si è laureata in Economia e Commercio presso l’Università degli Studi di Bologna. Dal 2008 si è avvicinata alla fotografia viaggiando all’estero e da allora la fotografia è diventata parte fondamentale della sua vita. Ha cominciato a studiare fotografia nella sua città approfondendo il reportage, il ritratto, il bianco e nero, la street photography. Successivamente ha frequentato a Roma la Masterclass di fotogiornalismo annuale. Attualmente Isabella si dedica alla fotografia documentaria, sviluppando progetti a lungo termine principalmente ispirati da tutto ciò che influenza gli esseri umani e le loro relazioni. Il suo interesse per il mondo è rivolto principalmente verso le persone e la quotidianità. Ha già ricevuto diversi premi e pubblicato su molte riviste specializzate e generaliste, anche all’estero. 

Sito: www.isabellafranceschini.com

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Mostra – Thomas Struth. Nature & Politics

Fino al 22 aprile, la Fondazione Mast di Bologna presenta ‘Nature & Politics’, una selezione di grandi foto a colori realizzate da Thomas Struth. Il fotografo, famoso per i suoi scatti di vedute urbane, ritratti individuali e di famiglia, immagini di grande formato nei musei e foto della serie ‘Paradise’, dal 2007 si è interessato anche a scienza e tecnologia, in siti industriali e centri di ricerca di tutto il mondo.

Le 25 immagini esposte mostrano luoghi inaccessibili come laboratori di ricerca spaziale, impianti nucleari, sale operatorie, piattaforme di perforazione.  Struth propone un viaggio che conduce il visitatore dove le immagini parlano e svelano anche quello che non vediamo, l’aspetto invisibile.

Nella fotografia “Measuring, Stellarator Wendelstein, Tokamak Asdex Upgrade, Laser Lab o Grazing Incidence Spectrometer” il flusso del racconto conduce al caos della giungla industriale con grovigli di cavi, sbarre, giunzioni, coperture metalliche e rivestimenti plastici. Una grande confusione di oggetti dove lo sguardo si perde. Un’altra foto ci mostra un intervento su un corpo realizzato con l’aiuto di un robot e di strumenti chirurgici manovrati a distanza. Si tratta di un’operazione chirurgica alla prostata. La macchina aleggia sul corpo creando un mix di umano e tecnologico, in un’atmosfera surreale ed estranea. Attraverso queste immagini, Struth esplora l’estetica di macchinari tecnologicamente avanzati che influenzano la nostra esistenza e suggerisce la complessità di un tema come la delega tecnologica che affascina e inquieta, più o meno consapevolmente, noi tutti. Affidiamo ai ritrovati tecnologici compiti e funzioni un tempo di nostro appannaggio. Queste fotografie fanno pensare al nostro rapporto futuro con le macchine e l’intelligenza artificiale e sulla possibilità che esse prendano il sopravvento sull’essere umano.

Come ha spiegato Urs Stahel – curatore della mostra – “Con la consueta precisione e meticolosità e con una spiccata sensibilità estetica, Thomas Struth realizza grandiose immagini del mondo della ricerca contemporanea e dell’alta tecnologia. Attraverso le sue fotografie siamo in grado di percepire tutta la complessità, la portata, la forza dei processi, ma anche di intuire il potere, la politica della conoscenza e del commercio che essi celano. Col tempo impariamo a dare un nome alle singole parti di questi processi, ce ne appropriamo integrandoli nel mondo che conosciamo, ma il nesso complessivo sfugge alla nostra comprensione e non ci resta altro che un grande stupore, a volte divertito, di fronte all’alterità straniante di questi ‘ingranaggi’ ipertecnologici del presente e del futuro.”

Al livello zero della Photogallery, si trova la videoinstallazione del 2003 “Read this like seeing it for the first time” (Leggilo come se lo vedessi per la prima volta) dove l’artista tedesco rappresenta il lavoro umano, l’ interazione tra insegnante e studenti  nell’ambito di una lezione di musica. I ragazzi devono imparare ad “arrendersi” all’insegnamento e apprendere con  la massima precisione manuale e artistica.

MAST di Bologna, via Speranza 42. Termine della mostra: 22 Aprile.

INGRESSO GRATUITO. Orari di apertura: Martedi-Domenica dalle 10 alle 19

Informazioni: www.mast.org

 

 

(Testo a cura di Carolina Masserani)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Mostre – Pendulum, un viaggio tra merci e persone al MAST di Bologna

S’intitola Pendulum – Merci e persone in movimento, la mostra curata da Urs Sthael, allestita alla fondazione Mast di Bologna fino al 13 gennaio 2019. Negli spazi della PhotoGallery sono esposte 250 opere della collezione della Manifattura di arti, sperimentazione e tecnologia, realizzate da fotografi italiani e stranieri.

L’industria e il mondo del lavoro per loro natura sono in continua evoluzione. A volte i cambiamenti sono minimi e non vengono percepiti, poi arrivano le rivoluzioni che influenzano ogni aspetto della società e trasformano la vita in una corsa a velocità doppia. La collettiva propone una riflessione sul tema dell’accelerazione, l’oscillare del pendolo ricorda il movimento del mondo nello spazio e nel tempo e ci fa pensare al traffico frenetico dei pendolari, ai mezzi di trasporto, allo scambio delle merci e alle numerose persone che si mettono in viaggio ogni giorno per cercare di raggiungere l’Europa. “A questo dinamismo incessante si contrappone un fenomeno di segno opposto”, spiega Stahel. “Il solo fenomeno che ci spinge a rallentare il passo, a cercare di fermare tutto, è quello delle migrazioni”.

Il percorso di visita, ispirato al moto del pendolo, oscilla dalle fotografie di Robert Doisneau agli stabilimenti Renault al Paint Shop della Bmw di Edgar Martins, passando dalle auto da corsa di Ugo Mulas ai container di Sonja Braas e dei truckers di Annica Karlsson Rixon. L’artista presente all’inaugurazione, ha parlato della sua composizione di 736 scatti di camion bianchi, realizzati anche in altri colori durante gli anni Novanta. Il moto perpetuo continua con i ritratti di Helen Levitt ai passeggeri delle metropolitane degli anni settanta e ottanta alle fotografie di Mimmo Jodice, che ritraggono i migranti italiani che si spostavano dal sud Italia al nord o in Svizzera fino agli scatti dei passeggeri delle metropolitane di oggi nelle grandi città, realizzati dall’olandese Jacqueline Hassink. Sette schermi per sette città: Tokyo, Mosca, Parigi, Londra, Seul, Shangai, Barcellona che ritraggono persone che si muovono verso la loro destinazione, impegnate in un altro viaggio, quello virtuale con i loro telefoni cellulari o tablet. E ancora, dai centri spaziali della Nasa fotografati da Vincent Fournier agli accampamenti dei migranti fotografati da Richard Mosse con una macchina a infrarossi. Nella sua opera lunga sette metri, l’artista unisce centinaia di container abitati da disperati bloccati in un’area portuale e dall’altra il trasporto di merci lungo le rotte mondiali.

Chissà se il fascino della lentezza riuscirà a resistere alla supremazia della velocità? Come la foto del bradipo, diventata virale, che cerca di attraversare una strada in Ecuador, poi rinuncia e rimane abbracciato al guardrail dell’autostrada.

FondazioneMAST, www.mast.org, fino al 13 gennaio 2019 con ingresso gratuito. Orari di apertura: da martedì a domenica, dalle 10 alle 19

(Testo a cura di Carolina Masserani)

 

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Portfolio – Lucrezia Fantoni

I Saisonniers dans l’agriculture: fuga dei cervelli italiani in Francia.

Il mio reportage intende raccontare il fenomeno di giovani laureati che, come me, dopo anni di sacrifici si ritrovano a raccogliere patate, prugne o mele in Francia, soggetti a razzismo quotidianamente, abbandonati in campi isolati senza accesso all’acqua o ai beni primari, costretti a dormire in tenda, in parole povere completamente sfruttati e abbandonati a loro stessi senza alcun tipo di assistenza legale.
Al giorno d’oggi si sente sempre più spesso parlare del fenomeno dei cervelli italiani in fuga, secondo i dati Istat si è passati da 39.536 (2008) a 114.512 (2016) per un totale di 509.373 “cervelli” in otto anni. Lo scorso gennaio l’ex ministro dell’Economia Padoan durante un suo intervento alla Sapienza di Roma ha affermato che “ancora troppi giovani lasciano il nostro Paese per migliori opportunità all’estero” .
Quello che forse non sa Pier Carlo Padoan è che i giovani che ogni giorno scappano in cerca di un futuro migliore, non sempre trovano quel che cercano, ma anzi si ritrovano ad accettare grandi ingiustizie, razzismo e condizioni lavorative indecenti pur di riuscire a lavorare.

Biografia:

Nata e cresciuta a Livorno, Lucrezia Fantoni inizia a scattare foto durante gli anni dell’adolescenza. Più tardi, durante i suoi studi all’Alma Mater Studiorum di Bologna in Discipline delle arti, della musica e dello spettacolo, inizia a scoprire un nuovo mondo basato sui prinicipi della vita comunitaria, dell’attivismo politico, del viaggiare e delle subculture. Terminati i suoi studi, mossa da un grande bisogno di libertà, inizia a viaggiare e lavorare in diversi ambiti creativi, approdando alla fine nel mondo dell’audiovisual. Dopo aver lavorato nella produzione di documentari e film per un breve periodo, inizia a condurre uno stile di vita nomade, attraversando via terra Europa, Nord America e Asia. E’ durante questo periodo di continui cambiamenti e viaggi, che ritorna alle proprie radici riabbracciando il mondo della fotografia.

 

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MAST – Il mondo visto dai giovani fotografi

Il concorso “Gd4PhotoArt” organizzato dalla Manifattura di Arti, Tecnologia e Sperimentazione di Bologna, da quest’anno è diventato “MAST Foundation for photography grant on industry and work”. Era alla quinta edizione e vive con lo scopo di documentare e sostenere l’attività di ricerca sull’immagine dell’industria, le trasformazioni che questa induce nella società e nel territorio, il ruolo del lavoro per lo sviluppo economico e produttivo. Sara Cwynar, Mari Bastashewsky, Sohei Nishino e Cristóbal Olivares sono i giovani fotografi finalisti, selezionati dalla Fondazione MAST, quattro progetti, scelti su un totale di quaranta partecipanti. I vincitori ex aequo premiati sono Sara Cwynar (Canada) e Sohei Nishino (Giappone). La mostra che li raccoglie è curata da Urs Stahel, che è stato tra i fondatori del Museo della Fotografia di Winterthur.
Il progetto di Sohei Nishino è un viaggio alla scoperta della psico-geografia della Pianura Padana e dei suoi abitanti lungo il fiume Po. Dopo aver visto il film di Ermanno Olmi “Lungo il fiume”, affascinato dall’acqua che dal Monviso scorre fino all’Adriatico, il giovane fotografo percorre in 45 giorni un itinerario che parte dalle montagne e arriva fino al mare. Il suo reportage è una ricerca artistica che narra il paesaggio e i suoi incontri con pescatori, bambini, contadini. Un viaggio che segue il flusso dell’acqua che è il flusso della vita. In questo lavoro il fotografo giapponese combina micro e macro-prospettiva nel suo paesaggio di immagini incollate su una tela. “Ho camminato lungo il fiume per mesi scattando migliaia di fotografie. Le immagini mi sono capitate davanti agli occhi”. Una volta ritornato a Tokyo, Nishino ha sviluppato manualmente i rullini e ha ricostruito il viaggio, un’ opera a metà strada tra mappe e diorama, un panorama infinito.
“Colour Factory” (La fabbrica del colore) è titolo del progetto di Sara Cwynar che comprende un cortometraggio e nove fotografie. La fotografa canadese si interroga sulla “relazione che intercorre tra il colore è la nostra idea di bellezza e artificio”. “Non saprò mai come voi vedete il rosso e voi non saprete mai come lo vedo io” recita una voce fuori campo nel suo cortometraggio. Sara ci fa entrare nell’industria del colore in una fabbrica di cosmetici, dove i prodotti di serie e il processo di produzione non si fermano mai. Il suo video è una riflessione sull’importanza e l’influenza dei colori nella nostra vita e sull’idea di bellezza che è artificio e merce. Mari Bastashewsky, fotografa e scrittrice russa, ha raccontato l’avvelenamento della rete idrica delle città di Flint (Michigan) nel 2014, causata da un’alta quantità di piombo nell’acqua corrente. Il suo lavoro s’intitola “Emergency Managers” (Manager dell’emergenza).
Il progetto del cileno Cristóbal Olivares “The Desert” (Il Deserto) è una narrazione sul tema degli emigranti domenicani in Cile. Ritratti di uomini e donne che non mostrano il volto per paura di essere espulsi che dialogano con video in cui raccontano il viaggio nel deserto.

Al MAST, fino al 1° maggio con ingresso gratuito. Info: www.mast.org
Orari di apertura: 10 – 19. Chiuso lunedì.

(Testo a cura di Carolina Masserani)