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Aste – Una mano per All

La decima edizione dell’asta a favore del progetto “AIL accoglie, vicini concretamente” abbiamo deciso di annunciarla con un certo anticipo, vista la sua rilevanza per il bene. L’iniziativa si terrà il 29 maggio alle ore 19.30 a Palazzo Clerici, Milano, e sarà il fulcro di un’iniziativa benefica di grande valore sociale in favore di tutte le attività di assistenza offerte gratuitamente ai pazienti oncoematologici e alle loro famiglie.

Una mano per AIL quest’anno coinvolge 30 importanti artisti, fotografi, architetti, designer contemporanei che hanno donato una loro opera che ha come tema comune la città di Milano, dove AIL opera da 47 anni. E proprio Milano sarà il soggetto cui s’ispirano le riflessioni di trenta milanesi illustri (da Giorgio Armani a Giorgio Gaber, da Ferruccio De Bortoli ad Aldo, Giovanni e Giacomo, da Beppe Sala a Massimo Moratti, da Domenico Dolce e Stefano Gabbana alla Gialappa’s Band) che accompagneranno ciascuna opera e che saranno raccolte nel catalogo.

I lavori di pittori, architetti, designer e fotografi saranno esposti a Palazzo Clerici, da mercoledì 24 a venerdì 26 maggio, dalle 10.00 alle 19.00.

L’asta sarà battuta da Cristiano De Lorenzo, Managing Director Italy di Christie’s, coadiuvato dagli interventi di Lella Costa. 

Questi i fotografi coinvolti: Filippo Avandero, Marcello Bonfanti, Matteo Curti, Mario De Biasi, Rudy Falomi, Giovanni Hänninen, Irene Kung, Valentina Lai, Isabella Magnani, Edoardo Romagnoli.

Una Mano per AIL – afferma Francesca Tognetti, presidente AIL Milano – compie dieci anni, un traguardo simbolico che attesta la sua capacità di rappresentare un momento di aggregazione creativo e generoso. Nel corso di questi anni ha saputo evolvere per diventare molto più di un’asta benefica. Molto più di un incontro tra molteplici protagonisti, cittadini e sostenitori della nostra Associazione e di questo siamo orgogliosi”.

Sono centinaia gli artisti di grande valore – continua Francesca Tognetti – che hanno realizzato e donato ad AIL Milano, negli anni, opere preziose, a cui di volta in volta si sono affiancate altrettante personalità del mondo della cultura, dello spettacolo, dello sport e della scienza: tutti insieme testimoni sensibili e consapevoli di quanto sia importante essere uniti ed efficaci nella lotta contro i tumori del sangue, con e per AIL Milano. E grazie a loro sono state raccolte importanti risorse con le quali abbiamo realizzato progetti necessari e innovativi per la comunità ematologica del nostro territorio”.

I fondi raccolti grazie a questa X edizione saranno interamente destinati a incrementare e garantire la totale gratuità dei servizi offerti dal progetto AIL Accoglie. Vicini concretamente, che raccoglie tutte le attività di assistenza rivolte ai pazienti oncoematologici. Dall’ospitalità nelle Case AIL, al servizio di accompagnamento alle terapie, dall’Ambulatorio di supporto psicologico, al progetto di cure palliative precoci e simultanee, dal sostegno economico ai rimborsi delle spese di viaggio per i pazienti più fragili. Ancora una volta tante mani si uniscono per AIL Milano, mani che si stringono intorno a persone che stanno attraversando un momento molto difficile della loro vita. La lotta contro i tumori del sangue si vince progettando e agendo insieme.

AIL MILANO, UNA STORIA DI SOLIDARIETÀ E IMPEGNO

La nostra storia di impegno e solidarietà inizia nel 1976.

Operiamo nel nostro territorio con l’obiettivo di rispondere ai bisogni della comunità ematologica e avviamo nuove progettualità utili ai pazienti e ai Dipartimenti di ematologia.

Supportiamo la ricerca scientifica destinando risorse economiche sempre maggiori a favore di importanti studi clinici, alcuni dei quali stanno dando risultati insperati.

Ci dedichiamo al sostegno di pazienti in situazione di vulnerabilità a causa della malattia e del trasferimento per le cure nella nostra città.

Siamo un’organizzazione di volontariato che individua nella gratuità un elemento fondante della propria azione.

Tutti i servizi sono offerti a titolo gratuito perché la malattia colpisce anche la capacità di produrre reddito e siamo convinti che il nostro modo di agire abbia ripercussioni positive sul benessere dei pazienti e sull’armonia del loro vissuto familiare:

  • ospitiamo gratuitamente i pazienti obbligati a trasferirsi a Milano per seguire le cure nelle 14 Case AIL;
  • offriamo un servizio di accompagnamento alle terapie per coloro che necessitano cure continuative in Day Hospital e che non hanno una rete familiare d’appoggio;
  • diamo un supporto a pazienti e familiare grazie all’attività dell’Ambulatorio di sostegno psicologico;
  • prevediamo un sostegno economico ai pazienti più fragili;
  • creiamo continuità terapeutica di supporto e sollievo in ospedale come al domicilio, grazie al progetto Cure Palliative precoci e simultanee e assistenza domiciliare.

Anno dopo anno, Una Mano per AIL è cresciuta di importanza e visibilità, diventando un atteso appuntamento per collezionisti, appassionati d’arte e sostenitori di AIL. Tutte le edizioni di Una Mano per AIL hanno potuto contare sul supporto di aziende partner, che hanno permesso di realizzare la manifestazione al netto dei costi. Oltre cinquecento sono stati gli artisti e le personalità del mondo della cultura, dello spettacolo, della scienza e della musica, che hanno contribuito all’evento con le loro creazioni, esposte e battute all’asta da Christie’s. Il risultato economico complessivo delle nove edizioni è stato di 1.320.000 euro interamente destinati alle attività di AIL Milano.

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Portfolio – LUAP, un orso rosa per indagare il mondo e noi stessi

LUAP, nella vita Paul Robinson, è un artista visuale emergente e poliedrico la cui attività è apprezzata a livello globale da Londra a New York, da Dubai a Hong Kong e Berlino. Ha esposto insieme ad artisti di fama internazionale tra cui Picasso, Banksy, Warhol e Hirst alla Andipa Gallery di Knightsbridge e ha creato grandi opere d’arte su misura per l’esclusivo London Members ‘Club e Daisy Green. Quest’anno celebra i dieci anni dalla creazione del suo “The Pink Bear”, un grosso orso rosa-fluo che usa come alter ego e che porta in luoghi esotici per porre l’accento su temi e tabù che non ci lasciano indifferenti: la salute mentale, l’ambiente, l’isolamento.

LUAP indossa la sua tuta da orso e si carica addosso 20 kg di attrezzatura fotografica professionale fino ai confini della terra, guidandoci in una perlustrazione dentro e fuori se stesso e indagando la perdita dell’innocenza dell’individuo. Ha visitato tutti i continenti tranne l’Antartide e la produzione fotografica che realizza funge da rimbalzo per la fase successiva del suo processo creativo. Impiegando diversi mezzi e tecniche, affronta le questioni legate al crescente senso di eco-ansia che affligge ormai così tanti di noi, in particolare i giovani. LUAP usa la sua arte, quindi, per attirare il suo pubblico e trasmettere un messaggio oscillante tra angoscia e speranza.

L’orso rosa vive e si muove in mezzo a noi. Esplora, si diverte, si sofferma, addirittura pensa: è fotografato mentre fissa un abisso pieno di spazzatura, evocando la realtà affrontata dalla nostra giovinezza. In un altra opera l’artista spruzza vernice acrilica per generare l’illusione di una foresta verde vista da lontano, ma avvicinandosi alla tela i grani acrilici multicromatici diventano distinguibili, richiamando le microplastiche che ora dominano paesaggi un tempo incontaminati. La sua creatività affronta tematiche come l’innocenza dell’infanzia, l’isolamento e la solitudine inquinata che spesso ci travolge nelle grandi metropoli, sensazioni che si amplificano ancora di più oggi, in tempi di Coronavirus e crisi climatica.

“Lo storytelling rende la profondità, definendo il lavoro e stabilendo un dialogo franco su verità scomode” – ci spiega LUAP – L’Orso Rosa nasce dall’essere a disagio nella propria pelle, mentre siamo alla ricerca di noi stessi, per superare la disconnessione generata dal disagio con la realtà. Allo stesso modo, il mio personaggio nella sua ricerca si connette con la natura, sperando di ristabilire un legame perduto da tempo a causa del degrado dell’ambiente. Lui in origine era un orso polare, rappresenta il più onesto ponte di connessione, guarda la realtà dritto negli occhi, sperando di trovare un paradiso perduto “. Una stampa del Pink Bear è stata recentemente venduta a un valore tre volte più alto del prezzo di listino da Christie’s per conto del Terrence Higgins Trust.

In un anno segnato dall’isolamento e dalle crisi esistenziali, l’autore vuole che l’arte stringa la mano alla società civile e aiuti ad attirare l’attenzione sulle questioni più urgenti dei nostri tempi cercando una partnership con cause specifiche, come il cambiamento climatico. Attraverso questa collaborazione cerca di confortare il suo pubblico.

“L’orso rosa – afferma LUAP – è nato per me come un alter ego, uno che cerca di sciogliere la paura e l’oscurità con la gioia e il calore di un ricordo d’infanzia. Quando qualcuno guarda la mia arte, voglio che si senta a suo agio di fronte a quel personaggio, a prescindere da cosa possa essere giustapposto. L’esperienza artistica chiude il cerchio ricreando ricordi felici per gli altri. Donando un momento condiviso di nostalgica felicità, spero di costruire un rifugio per chi osserva “.