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Portfolio – Claudia Benevento, Chiama quando vuoi

Il progetto di Claudia Benevento nasce dall’esercizio (e dalla necessità), di indagare se stessa attraverso il racconto di un fatto intimo, personale. Ci parla dell’assenza incolmabile con la quale convive da sempre:  la perdita del padre quando era una bambina. Una figura rimasta importante, una presenza mantenuta viva da un dialogo tra loro che lei ha continuato ad alimentare. Claudia in questa serie si è immaginata di telefonargli, alternando autoritratti tristi e sorridenti, immagini del passato e oggetti recuperati oggi che sembrano uscire da quelle vecchie fotografie. La cornetta di quello stesso telefono anni Settanta, una macchina da scrivere… reperti che l’autrice ha cercato per rafforzare la sua narrazione e rimasti a ricordarle chi fosse quell’uomo tanto amato. Tra flashback e dissolvenze, riflette sulle relazioni familiari e prova a conservare la memoria che lei stessa ha del genitore, ridonandogli una forma fisica reale. La presenza del padre vive in lei, e in questa serie sospesa nel ricordo che è riuscita a concettualizzare.

 

CIAO Papà

Mi chiedo spesso perché sei dovuto andar via all’improvviso, lasciandomi sola ad affrontare questa vita, senza la tua stretta e i tuoi sorrisi rassicuranti, senza la tua presenza importante, senza il tuo amore.

Sono passati 30 anni da quando la vita mi ha imposto questa sottrazione, ma io ti porto sempre con me, nei momenti felici e in quelli bui.

Ti percepisco, sento la tua vicinanza, il vento mi porta la tua voce, le tue parole mi arrivano con l’intenzione di rimarginare il dolore della tua assenza, facendomi vivere questo amore senza fine.

Sento che siamo legati profondamente.

TI VOGLIO BENE PAPA’

CHIAMA QUANDO VUOI

MI MANCHI

SEMPRE

 

TUA CLAUDIA

 

Note biografiche

Mi chiamo Claudia Benevento, ho 35 anni, sono nata a Vimercate e da sempre vivo a Cornate d’Adda (MB). Mi sono diplomata all’Istituto Statale d’Arte di Monza dove ho potuto studiare fotografia e cinema. Dopo il diploma ho fatto svariati lavori non inerenti all’arte, ma dopo poco tempo ho capito che la mia più grande passione è la fotografia. Così, in parallelo al mio attuale lavoro, ho iniziato a seguire corsi di fotografia presso diversi enti, appassionandomi sempre più e capendo dentro di me che fotografare mi fa stare bene.

Contatto Instagram : @claudia_benevento

 

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Mostre – Piero Gemelli vi invita a casa

Un museo, il suo studio, la sua casa. Così sceglie di raccontarsi Piero Gemelli, aprendo le porte di un luogo tra i più belli di Milano, che è spazio multiuso per il quotidiano e per la sua creatività.  Le mura del suo head quarter in zona Navigli si sono trasformati in uno spazio per meditare sull’intera carriera, un percorso dal titolo “An interior life” che resterà aperto al pubblico fino all’11 aprile. Da qualche anno Gemelli ha trasformato il suo studio fotografico in un castello moderno. Una casa bellissima in cui fa coesistere i suoi mondi possibili e le svariate vite che vorrebbe vivere.  Espone lì una raccolta di immagini emerse dall’archivio che spaziano dagli ultimi scampoli degli anni 70 a oggi. Scatti che dialogano e interagiscono con l’ambiente circostante pieno di mobili, di oggetti, cimeli e desideri. Intrise di quel lessico familiare che mandano in crisi il concetto stesso di White Cube, di galleria bianca, asettica e iper tecnologica preferendo un ambiente osmotico in cui l’identità è data dalla  contaminazione tra gli stili e dalla stratificazione dei ricordi. Quello che troverete è una sorta di diario per immagini, una collezione di frammenti che hanno segnato il suo incedere nel panorama della grande fotografia italiana. Lui, classe 1952, proprio come scrive la sua curatrice Maria Vittoria Baravelli “sfugge a qualunque classificazione che abbia presunzione di assolutezza”. Dopo gli studi in architettura si trasferisce a Milano dove intraprende la sua carriera di fotografo. Specializzato in beauty e still life, ha collaborato a lungo con Vogue Italia e con le edizioni estere di Conde Nast, realizzando campagne e immagini pubblicitarie per marchi internazionali quali Gucci, Ferrè, Tiffani, Lancome, Estee Lauder, Revlon e Shiseido.

“Tuttavia – prosegue Maria Vittoria Baravelli nel testo curatoriale – il suo approccio alla fotografia è più vicino e analogo a quello che seguirebbe un architetto per un progetto. Lo scrive Natalia Aspesi in apertura della monografia “Piero Gemelli, fotografie 1983-1993” in cui si legge che in fin dei conti:  “Gemelli sia più che un architetto diventato fotografo, un architetto che ha scelto la scultura. Un uomo che crea opere con le cose e con i corpi e li fotografa solo perché non può mostrare l’oggetto che amorevolmente immagina e costruisce”. Piero Gemelli ha guardato, sognato, immaginato costruito e prodotto fotografie che si configurano come la summa di tutto ciò che ha visto, letto e studiato. Perché la moda, è tutt’altro che frivola ed è da considerarsi un oggetto sociologico privilegiato, sul cui campo si giocano incontri che vedono coinvolti attori provenienti da tutti i settori della via sociale, culturale ed economica. E se è vero che la moda e la fotografia ad essa collegata, è in grado di raccogliere tutti gli stimoli, di rimetterli in gioco diventando così terreno di interpretazione, traduzione e spazio di una cultura condivisa, l’idea che una mostra fotografica venga esposta nella stessa casa studio del fotografo risulta tanto virtuosa quanto interessante”

An interior life

Fino all’11 aprile, visitabile solo su appuntamento

Piero Gemelli Studio – via Morimondo, 5  20143 Milano

Per prenotarsi:  gallery@pierogemelli.com