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Mostre – Luce della Montagna, quattro grandi maestri a Brescia

Di Fabrizio Bonfanti

Se non avete mai visitato Brescia, andateci, perché è una cittadina bellissima e in questo periodo è in splendida forma in quanto Capitale della Cultura (con la cugina Bergamo). Se amate la montagna e la fotografia, dovete andare a Brescia entro il 25 giugno per visitare la mostra “La luce delle montagna” allestita al Museo di Santa Giulia e inserita nell’ambito del Brescia Photo Festival come una delle più importanti mostre mai realizzate sul tema, che offre la possibilità di vedere i lavori di quattro maestri della fotografia di montagna del Novecento: Martín Chambi, Ansel Adams, Vittorio Sella e Axel Hütte. Quattro sguardi diversi ed emozionanti sulle catene montuose dei quattro continenti, con un percorso che non è concepito come una collettiva, ma come quattro distinte sezioni personali  dedicate ai diversi sguardi qui ospitati. Si tratta di fotografi che, nella seconda meta dell’Ottocento e nel Novecento, raggiungevano luoghi remoti caricandosi banchi ottici e macchine fotografiche pesanti sulle spalle, affrontando complesse spedizioni con mezzi esigui. Senza di loro non avremmo una documentazione così dettagliata di questi santuari della natura di quei secoli.

Il peruviano Chambi (1891-1973), attivo a inizio del secolo scorso, ci regala visioni della gente e dei luoghi del sud America, il suo sguardo ci racconta di minatori, indigeni Quetchua, contadini che abitano le montagne del Perù. I paesaggi di Machu Picchu sono straordinari. La sua rassegna presenta 40 immagini, appositamente stampate per l’appuntamento bresciano dalle lastre di vetro emulsionate originali, le stesse che venivano trasportate a dorso di mulo su e giù per le Ande all’epoca.

Poi si passa al maestro assoluto Ansel Adams  (1902-1984): è emozionante poter vedere  trenta stampe vintage da lui firmate e immaginarlo all’ingranditore in camera oscura per realizzarle. Particolarmente curata è la tecnica realizzativa e la stampa, nonché la sua paziente lettura del tempo al fine di registrare il paesaggio nella sua forma più autentica e primitiva. Ambientalista ante litteram, Adams affermava che “ogni giorno devo scrivere ai giornali per ricordare loro l’importanza dell’ambiente e della sua difesa”. I suoi paesaggi dello Yosemite, visti da vicino, lasciano il segno. Presente anche la famosissima opera  “Moonrise”.

Po è il turno di un italiano: Vittorio Sella (1859-1943), nome importante per tutti gli appassionati di montagna, autore ed esploratore che ha documentato i paesaggi delle nostre Alpi dove si vedono ghiacciai che ormai hanno perso buona parte della loro massa e cime che a guardarle ora sono spoglie dalla neve. Tra le particolarità, la rassegna bresciana ospita una fotografia di Sella scattata dallo stesso campo base dal quale Compagnoni e Lacedelli partirono per conquistare la vetta del K2 nel 1954 e che usarono per tracciare la via per la salita.

Chiude il percorso il tedesco Axel Hütte (classe 1951), con lavori che tolgono semplicemente il fiato: sono esposte stampe di grandi dimensioni, realizzate con tecniche moderne, che proiettano i visitatori nel mondo del sogno e li ipnotizzano con i dettagli precisi e i colori rarefatti. L’autore ha anche realizzato una serie speciale per questa mostra ritraendo le cime del Brenta. Lui rappresenta l’evoluzione e la sintesi contemporanea dei lavori di Sella e Adams. Allievo di Bernd e Hilla Becher, uno dei cinque protagonisti della cosiddetta Düsseldorf Academy (con Andreas Gursky, Thomas Struth, Candida Höfer e Thomas Ruff), Hütte è un instancabile viaggiatore, grande camminatore e ciclista semiprofessionista, perfezionista dell’immagine analogica, paziente e tenace nella sua ricerca della fotografia “completa” ove ogni dettaglio deve aderire a un progetto di immagine che è innanzitutto costruito nella sua mente

Accompagna la mostra un catalogo edito da Skira.

Info:

Luce della Montagna. Vittorio Sella, Martín Chambi, Ansel Adams, Axel Hütte.

Dal 24 Marzo 2023 al 25 Giugno 2023 a cura di Filippo Maggia, prodotta dalla Fondazione Brescia Musei e da Skira

Museo di Santa Giulia, Via dei Musei, 81, 25121 Brescia BS

tel. 030/2977833

BRESCIA PHOTO FESTIVAL (VI edizione). CAPITALE
Brescia, Museo di Santa Giulia, Mo.Ca. – Centro per le Nuove Culture, sedi varie
24 marzo – 27 agosto 2023

www.bresciamusei.com

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Libri – Nobuyoshi Araki, Polarnography

Polarnography è una raccolta di cento Polaroid inedite realizzate da Nobuyoshi Araki nel 2016, nelle quali ritratti femminili e squarci di cielo si dividono equamente lo spazio, secondo un abbinamento mai casuale. I controversi nudi di donne giapponesi legate secondo la tecnica
kinbaku l’hanno reso famoso in tutto il mondo, così come è noto l’amore viscerale che Araki nutre verso la città di Tokyo, celebrato in molte sue serie di immagini e pubblicazioni, da Tokyo Lucky Hole a Tokyo Diary, Tokyo Novelle o Suicide in Tokyo. Donna e cielo dunque non
solo convivono nel tradizionale quadrato Polaroid, quanto si completano l’una nell’altro, nelle forme come nei colori: cento combinazioni per altrettante opere uniche, inedite e irripetibili. Le cento Polaroid dell’autore sono riprodotte in facsimile e contenute in una scatola che è a sua volta il facsimile di quella che conteneva le foto Polaroid vergini. La composizione retorica tra Polaroid e Pornografia è ovviamente all’origine del titolo Polarnography. Le opere, in perfetto facsimile, sono un prezioso oggetto da collezione.

Il libro, un pezzo da collezione, è pubblicato da Skira editore: 8,7 x 10,8 cm in scatola 9 x 11.5 x 6.5 cm contenuta in confezione 29 x 35.5 x 6.8 cm in tela e acetato. Prezzo: € 89,00

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Mostre – Marcello Grassi, Sine tempore

Marcello Grassi è un autore italiano originario di Reggio Emilia, dove è nato nel 1960. Da domani fino al 2 dicembre il Civico Museo Archeologico di Milano ospita una sua mostra personale. La sede, una delle culle dell’antichità, apre i suoi spazi alla fotografia per una ragione ben precisa e valida. La selezione esposta proviene dalla serie di immagini dal titolo “Sine Tempore/Anatomia del Tempo” e nasce nel 1985 in seguito alla lettura di ‘Memorie di Adriano’ e ‘Il Tempo Grande Scultore’ di Marguerite Yourcenar e alla visita ad alcune mostre organizzate in Italia per l’Anno degli Etruschi. L’obiettivo che si pone l’autore è quello di inventariare i cambiamenti intervenuti attraverso il tempo sulle sculture, sui volti, sui reperti conservati nelle collezioni archeologiche, nati per altri usi e collocazioni, cercando di restituirne una quotidianità, celebrarne una sorta di resurrezione, nella ricomposizione di annali ed effemeridi, perseguendo così un dialogo con il lascito di quelli che ci hanno preceduto negli sguardi e nei gesti modificati e fissati dallo scorrere delle stagioni; ed è come guardare a noi stessi, alla nostra immagine riflessa, assistere allo stesso tempo alla lotta perenne tra la vita e la morte, percepire il modificarsi del corpo e volgere infine uno sguardo all’immortalità dell’anima. Il bianco e nero è scelto come linguaggio fotografico, quale espressione determinante nel distogliere l’attenzione dalla realtà/quotidianità percepita a colori, nel formato quadrato in cui le opere e le architetture monumentali ritrovano espresse a compimento le teorie rinascimentali.

Marcello Grassi (qui il suo sito), fin da piccolo e grazie alla passione del padre Corrado, si occupa di fotografia. Nel 1985, dopo aver visitato alcune esposizioni in programma per l’Anno degli Etruschi, progetta e realizza un lavoro di “scavo visivo” nei luoghi, città e necropoli della civiltà etrusca; nel 1999, in occasione dell’esposizione di queste sue fotografie al Musée Reattu di Arles, Federico Motta Editore pubblica il volume ‘Etruria’ con i testi di Charles-Henri Favrod e Michele Moutashar. Nel 1992 riceve l’incarico di fotografare i reperti della collezione archeologica conservati nel Cortile e nella Galleria dei Marmi dei Civici Musei di Reggio Emilia. Dal 1994 al 1996 fotografa la città francese di Arles. Nel 1997 su incarico del Musée Archeologique de Nice-Cimiez realizza un servizio sul sito archeologico locale. Nel 1998 la provincia di Reggio Emilia, nell’ambito delle relazioni culturali previste nel programma di gemellaggio con quella dell’Enzkreis in Germania, lo invita a fotografare il monastero cistercense di Maulbronn. Nel 2002 Grassi inizia a lavorare insieme a Fabrizio Orsi a un progetto su Luzzara a cinquant’anni esatti dalla pubblicazione del libro “Un Paese” di cesare Zavattini e Paul Strand. Alla fine del 2004 viene presentato il volume ‘Luzzara.Cinquant’anni e più’ edito da Skira Editore con un testo di Luciano Ligabue.

L’autore ha esposto in personali e collettive in varie città d’Europa dove sue fotografie sono conservate presso musei e istituzioni. Nel 2013 espone nella collettiva Mon Ile de Montmajour a cura di Christian Lacroix nell’Abbaye de Montmajour nel sud della Francia. Recentemente ha esposto la serie Sine Tempore nel Palazzo dei Principi di Correggio. Nel 2018 grazie alla collaborazione con la Galleria Paola Meliga di Torino ha presentato una selezione delle fotografie di Sine Tempore alla IAGA Contemporary Art di Cluj-Napoca in Romania, galleria che porterà lo stesso lavoro alla Thessaloniki International Contemporary Art Fair prevista dal 22 al 25 novembre. Nella primavera del 2018 Grassi dona una sua opera per l’asta benefica “La Fotografia diventa Nobile”, organizzata da EyesOpen! Magazine per una raccolta fondi a favore di Fondazione per la Ricerca sulla Fibrosi Cistica Onlus, alla quale hanno partecipato 178 fotografi da tutto il mondo, per un monte donazioni di quasi 24mila euro totali.

© Marcello Grassi/Civico Museo Archeologico di Milano