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Portfolio – Vincenzo Pagliuca, Mónos

mónos

L’autore ha realizzato la sua ricerca con una Mamiya 7, usando il colore e un’ottica fissa, setacciando tutto l’Appennino meridionale, dal basso Lazio all’Aspromonte, cercando e realizzando gli scatti in condizioni di luce precisa, fotografando nei mesi invernali e prima del sorgere del sole. Al centro dell’immagine, nel processo di costruzione essenziale, le case isolate, per alcuni versi attrattori metafisici, immerse nel contesto naturale. Quelle case dei margini, spesso costruite senza nessuna ambizione, se non quella di occupare o presenziare lo spazio della natura ai bordi, architetture casuali, alle quali la fotografia restituisce relazioni, dimensioni, equilibrio. Le “sculture dell’uomo comune” raccolgono segni e geometrie, aprono alla soggettività e all’amplificazione mentale, condizione paesaggistica che riflette un paesaggio topografico interiore. Il cemento dialoga con la terra, i mattoni e le lamiere interagiscono con gli alberi e l’erba, le tegole e le finestre parlano con cieli ancora stinti, le geometrie delle case si integrano alle linee difficilmente controllabili della natura. Queste case, nello sguardo prolungato e dialettico, l’una dopo l’altra, l’una insieme all’altra, sono il luogo del raccoglimento e del sogno, il set di un b-movie che alimenta la possibilità di comprendere lo spazio e definire, pensare, visionare la complessità dell’uomo e di un territorio a lui proprio. [Giovanni Fiorentino]

 

Biografia

Vincenzo Pagliuca è nato a Broni (Pavia) nel 1980. Vive e lavora a Milano. La sua attività di ricerca si rivolge all’architettura ed alle differenti tipologie di insediamenti umani. I suoi lavori sono stati esposti in musei e festival tra cui: il Copenhagen Photo Festival, il Darmstädter Tage der Fotografie, il Centro Italiano della Fotografia d’Autore di Bibbiena, il museo Arcos di Benevento, la Galleria del Cembalo di Roma, il Centro per l’Arte Contemporanea SMMAVE ed il museo MADRE di Napoli,  la galleria aA29 Project Room di Caserta, l’Ulster Museum di Belfast, il Kolga Tblisi Photo Festival. Finalista alla quattordicesima edizione di “Portfolio Italia – Gran Premio Hasselblad”. Vincitore nel 2013 del Premio Reportage Napoli Monitor. Ha partecipato a diverse residenze d’artista tra cui BoCs Art (Cosenza), falía* (Lozio) e TiefKollektiv (Glorenza). Dal febbraio 2015 è parte del gruppo Lab02 creato dal fotografo Antonio Biasiucci.

Per maggiori informazioni sul suo lavoro, www.vincenzopagliuca.com

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Matilde Collinassi – Radici

Piccole Storie di EyesOpen! #2

Questo progetto è nato dalla necessità, inconscia, di rientrare in contatto con le origini, con i luoghi della Carnia, dove l’autrice ha passato molto tempo durante l’infanzia, e da una ricerca di tranquillità mentale.
E’ un percorso attraverso dei luoghi bianchi, dei luoghi avvolti dalla nebbia e poetici proprio per questo, dei luoghi impregnati di silenzio e di tutti quei suoni che lo compongono.

E’ un percorso di Esperienza della fotografia che, raccogliendo in sé tutte le sensazioni e le riflessioni provate da Matilde , trasforma questi paesaggi in qualcosa di intimo.

MATILDE COLLINASSI, classe 1996 nata a San Daniele del Friuli, frequenta il terzo anno di fotografia alla LABA

“Il fulcro della mia ricerca fotografica è quello di cercare di capire la relazione tra la natura e il costruito umano. Cerco di documentare e analizzare come la connessione primordiale uomo-natura sia cambiata nel tempo modificandone l’interazione tra essi.
Vedo la fotografia come esperienza non solo dello scatto in sé ma del luogo come immersione totale e come occasione di riflessione”

 

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Riccardo Simoncini – L’inganno della bellezza

Piccole Storie di EyesOpen! #1

Marzo 2017. Il viaggio d’istruzione di quinta liceo, meta: la Grecia. Le tappe da visitare prevedono le pietre miliari dell’arte occidentale: templi, statue e siti archeologici perfettamente conservati per migliaia di anni e considerati da sempre come ideale assoluto di perfezione, di bellezza inimitabile e irraggiungibile e per questo visitati ogni anno da milioni di turisti provenienti da tutto il mondo.

Quella che questi turisti visitano, così come noi studenti, è solo però una faccia della Grecia, quella del passato, quella che tutti desiderano vedere e fotografare. È una Grecia viva, forte, ricca di bellezza e armonia. Ma purtroppo questo non è il suo unico volto.

Infatti durante gli spostamenti da un luogo storico all’altro, l’atmosfera cambia e si fa carico del presente, della quotidianità di un Paese che prima di tutto sta vivendo duramente la crisi economica, ma che allo stesso tempo è parte di una contemporaneità virtuale e dinamica, dove tutto prende parte al continuo fluire del tempo, ciò che il sociologo e filosofo Zygmunt Bauman chiama “modernità liquida”.

“L’inganno della bellezza”, sviluppatosi durante una semplice e breve gita scolastica, intende affrontare proprio questo confronto tra due facce coesistenti di uno stesso Paese, una legata indissolubilmente al passato e l’altra al presente. Quest’ultima, apparentemente negativa, non deve essere ignorata, ma deve essere invece considerata, documentata e soprattutto accettata. Il nostro presente non deve essere abbandonato in virtù di un passato glorioso, ma deve essere curato e valorizzato allo stesso modo, perché questo stesso presente diventerà in futuro un passato che sta a noi determinare.

 

Riccardo Simoncini è nato ad Asti nel 1998. Frequenta la facoltà di Medicina e Chirurgia all’Università di Torino. Fin da molto giovane coltiva le passioni della fotografia, della grafica e del cinema. Nel 2015 vince il Selected Works Prize al concorso fotografico International Filter Photo Contest organizzato da Kenko Tokina. Ha scritto e diretto due cortometraggi: Eyes for All (2015), selezionato dal Sottodiciotto Film Festival e Metamorfosi (2016) selezionato dal Central Film Festival (Missouri).

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#eogenerations – Piccole Storie – Call

EyesOpen! lancia le nuove Call 2018, mandaci il tuo portoflio!

Il primo tema su cui cimentarsi è “Piccole storie” raccontate attraverso la fotografia. I progetti migliori avranno la possibilità di essere pubblicati sul sito di EyesOpen! e potranno ambire alla pubblicazione su una delle edizioni cartacee del magazine. Sono ammessi fotografi fino ai 30 anni di età. In caso di selezione, che è a discrezione della redazione, vi verrà chiesto di produrre la necessaria documentazione. Il lavoro dovrà pervenire via mail in un unico file pdf che includa testo, foto e una breve biografia dell’autore. Visitate il nostro sito per maggiori dettagli o scrivete a eyesopengenerations@gmail.com Non saranno ammesse proposte che non rispettino questa semplice regola e la scadenza per l’invio prevista per il 20 Aprile

EyesOpen! Magazine 2018 open call, submit your photographic portfolio now!

We start with the theme “Little personal stories” told through photography. The best projects will be published on the EyesOpen! website and may be selected to participate to one of the paper numbers. Photographers are allowed only up to 30 years of age. In case you are selected, you will be asked to produce the necessary documentation. Visit our website for more details or to contact us eyesopengenerations@gmail.com Your portfolio must be sent by e-mail in a single pdf file that includes text, photos and a brief biography of the author. Proposals that do not respect this simple rule, and the deadline of April 20th, will not be accepted.

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Luca Gasparro – Comunità Cinese

Generazioni #13

Al di là del muro: la comunità italo-cinese oltre i pregiudizi professionali

Luca Gasparro è andato a curiosare nella comunità Cinese in Italia, e ne fa un reportage e un’analisi accurata. Ci sono più di 300.000 cittadini cinesi in Italia. La terza comunità straniera in Italia popola le città, investe capitali e crea impresa nel sistema economico del Paese. Con 49.048 imprese, si colloca come seconda nella graduatoria per titolari di imprese individuali di cittadini nati in Paesi extra UE.

Costituitasi originariamente appena quaranta anni fa, negli ultimi vent’anni ha consolidato la sua presenza grazie a una immigrazione crescente e al comparire delle seconde generazioni che hanno completato i cicli di istruzione nelle scuole italiane.

Nonostante questa sia una comunità da anni presente sul territorio, una diffidenza di fondo nei loro confronti, unita alla loro usanza di mantenere uno stretto legame con la comunità d’origine, ha alimentato pregiudizi. Da sempre, la mancanza di informazioni che riescano a fare breccia oltre l’apparenza, porta alla costruzione spontanea di “verità” parziali a cui non sono demandate altre indagini.

Da queste premesse è nato un progetto che lo ha portato a incontrare alcuni cittadini cinesi che hanno scelto l’Italia come casa. Ha cercato quelli tra loro che non abitassero il pregiudizio professionale che li vuole tutti ristoratori o grossisti d’abbigliamento e oggettistica al dettaglio, ma cercando invece imprenditori, attori, cantanti.

Su EyesOpen! n.11

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Clarissa Ceci – F-lux

Generazioni #10

F-lux è la forma dei pensieri di Clarissa Ceci, gli stimoli e le sensazioni che affollano la sua mente quando è in balia della città. Parte da un’idea molto caotica e le da un ordine/disordine visivo trasformandolo in questo “flusso di coscienza”, a un percorso di liberazione e ricerca che è avvenuto durante un anno.

“Milano per me è un luogo da scoprire, territorio di nessuno, dove i ricordi e le sensazioni si cuciono come su una grande tela; dove spesso mi sono sentita persa, dove ho visto riflesse le mie angosce, dove ho creato la mia nuova casa, un nuovo mondo di salvezza. La città dove divento donna”

Pubblicato integralmente su EyesOpen! n.11

 

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15 Dicembre – EyesOpen! festeggia

Vi aspettiamo il 15 Dicembre a partire dalle 19.00 negli spazi di Bottega Immagine (nota scuola di fotografia oltre che importante ritrovo didattico del panorama milanese) per presentarvi il nuovo numero di EyesOpen! e i giovani fotografi che abbiamo pubblicato ci racconteranno i loro lavori e la loro avventura nel mondo della fotografia. Saremo poi felici di brindare insieme ai partecipanti e agli amici di Bottega Immagine ….e vi daremo qualche anticipazione sulle novità per il 2018!

Bottega Immagine, via Carlo Farini 60 – Ingresso libero!

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Bartolomeo Rossi – Saga

Generazioni #2

Bartolomeo Rossi, classe 1993, è un vagabondo con radici a Udine. Prova a fare il geometra nella sua città, ma sposta presto le sue attenzioni verso i nuovi media laureandosi così in Scienze e Tecnologie Multimediali all’Università degli Studi di Udine. Da sempre affascinato dal mondo della fotografia e incoraggiato dal nonno, dallo zio e dal padre, inizia il suo percorso da autodidatta, ma oggi, dopo 8 anni di sperimentazioni, corsi e workshop (l’ultimo in Islanda con Giovanni Marrozzini), non ha ancora le idee chiare e di questo è molto contento. Fotografa il circo contemporaneo, dal Circo all’inCirca di Udine (associazione di cui fa parte) ai MagdaClan fino ad arrivare al festival Brocante, le montagne del suo Friuli e l’Islanda, terra che è diventata la sua seconda casa.

Su EyesOpen! #11 abbiamo pubblicato il suo lavoro dal titolo “Saga”

“Le abitazioni immerse nel crepuscolo mi accolgono nel mio vagabondare notturno e subito mi sento a casa, le migliaia di chilometri che mi dividono dal Friuli si annullano immediatamente. Capisco che ho finalmente trovato quello che l’anno prima non ero riuscito ad incontrare: la mia Islanda.”

(dal diario di viaggio)

“Il viaggio nei fiordi occidentali, quella mano di terra che si allunga verso la Groenlandia, è un percorso alla ricerca dell’Islanda più vera. Era già la seconda volta che volavo verso nord: l’anno precedente avevo girato l’isola lungo la famosa ring road, ma avevo deciso di tornarci per concentrarmi sull’unica parte che avevo tralasciato. Il mio è il racconto onirico di un’avventura che mi ha permesso di conoscere meglio questa terra, lontano dal rumore del turismo; una storia fatta di visioni, più che di foto.

E’ la mia saga, la storia che ho voluto narrare di questo popolo e della sua terra, che tanto viene decantata e fotografata. ed è per questo che ho deciso che a guidarmi sarebbe stato il cuore e non la testa: volevo cercare di dar forma a un racconto meno razionale e descrittivo, che lasciasse spazio all’immaginazione”

www.bartolomeorossi.com