Piccole Storie di EyesOpen! #4

Liquid Generation è un progetto a lungo termine iniziato perché stavo soffrendo, ero preoccupata riguardo al mio futuro: nessuna certezza a livello lavorativo, nessuna garanzia sulla realizzazione personale, nessuna indicazione precisa da seguire per raggiungere un obiettivo. Mi sentivo persa e avevo l’impressione di essere inutile, di non poter realizzare nulla di concreto. Ho deciso di andare più a fondo e indagare questa sofferenza e ho scoperto che tantissimi ragazzi della mia età si ritrovano a far fronte alla stessa situazione. Mi servivano però studi e ricerche scientifiche riguardo a questo fenomeno sociologico. Ho avuto le mie risposte quando ho letto alcuni studi del sociologo Zygmunt Bauman:

“La cosiddetta generazione x conosce disturbi le cui generazioni precedenti erano inconsapevoli. Non necessariamente disturbi più numerosi, o disturbi più acuti, penosi e mortificanti, ma disturbi distintamente diversi,nuovi. Si potrebbe dire malattie e afflizioni specificamente liquido-moderne (…) Uno dei consigli più comunemente dispensati ai giovani, nel frattempo, è di essere flessibili, non particolarmente schizzinosi, di non aspettarsi troppo dal loro lavoro, di prendere i lavori come vengono senza fare troppe domande, e di viverli come un’occasione di cui approfittare nell’immediato finchè dura, piuttosto che come capitolo introduttivo a un “progetto di vita”, qualcosa che ha a vedere con l’autostima e la definizione di sé, o una garanzia di sicurezza nel lungo periodo.” – Zygmunt Bauman, Vite di Scarto

Ho scattato foto ai miei amici o a giovani che incontravo, nelle loro case, nelle loro stanze e nei posti in cui trascorrevano più tempo. Volevo indagare la nostra situazione e raccontare le nostre paure, la nostra impotenza davanti al domani, la nostra realtà liquida e la nostra alienazione. Volevo dare la mia interpretazione di questo fenomeno di scala globale ed essere parte integrante di Liquid Generation, sia come storyteller che come giovane di questa generazione. Io e i miei compagni di sfortuna, insieme, abbiamo rappresentato un po’ di noi stessi e di cosa significhi essere la gioventù liquida.

Giulia Mozzini, (classe 1995) nasce e cresce a Verona. Dopo il diploma al Liceo Classico, frequenta il corso superiore professionale biennale all’Istituto Italiano di fotografia a Milano, dove si trasferisce.

Si orienta verso la fotografia documentaria e frequenta il corso serale di reportage tenuto da Sara Munari, al termine del quale presenta i primi due lavori alla lettura portfolio del Festival della Fotografia Europea 2015:

“Pulse” (esposto a Giugno 2016 al circolo Arci di Via Bellezza a Milano) e “Miniatures”, lavoro sul paesaggio urbano architettonico di Milano. Vince il concorso “Millebattute: Eco-viaggio”, con il progetto “Viridispes” nel Giugno 2016: il premio è un workshop di fotografia in Marocco durante il quale realizza la serie “Morocco”, che verrà esposta durante il Milano Photofestival 2018. Diverse le esposizioni: “Domus Amoena”, a cura di Erminio Annunzi, in una collettiva al Festival della Fotografia Europea nel Marzo 2016, presso Villa Pomini. “Viridispes” presso lo spazio “Vetrine Meravigli”, in Galleria Meravigli a Milano, in collaborazione con EyesOpen!  e “Il Giornale.”

Nell’Ottobre 2016, inizia un master di specializzazione in Fotografia documentaria e di reportage, tenuto da Alessandro Grassani, presso l’Accademia di Fotografia John Kaverdash. Da qui nasce “Liquid Generation”, progetto della durata di un anno sulle nuove generazioni.

 

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