La scorsa primavera è stato pubblicato un prezioso volumetto, edito da Johan & Levi, nel quale lo scrittore, saggista d’arte e traduttore Bertrand Schefer analizza la figura della fotografa Francesca Woodman (traduzione di Andrea Franzoni). Una pubblicazione che pone in copertina un’unica foto dove la Woodman posava nuda coprendosi il corpo con un piatto, artista consapevole anche quando non era lei a scattare i suoi ritratti. Shefer assembla i frammenti della breve vita dell’autrice (come è noto morta suicida), delineandone un profilo dove la tratta come merita di essere ricordata: un’icona del XX secolo, anarchica, visionaria pioniera della fotografia performativa, che se ne andò lasciando dietro di sé un’opera incompiuta di notevole levatura. In forma scritta, magistralmente se ne celebra l’assenza nel mondo contemporaneo e ci si sforza di trovare una ragione per la sua prematura scomparsa.
Parte da questo testo un incontro fissato a Milano per il 3 ottobre, ore 18, alla Fondazione Luigi Rovati di corso Venezia 52. Per il ciclo “Conversazioni d’arte”, a cura di Johan & Levi, si parlerà de “L’obiettivo stregato di Francesca Woodman”. I relatori sono Monica Loffredo (direttrice della Fondazione Rovati), Linda Fregni Nagler (artista e docente di fotografia), Michele Smargiassi (critico, giornalista e curatore di “Fotocrazia” per il sito del quotidiano La Repubblica), Angela Madesani (storica dell’arte e curatrice). Si parlerà del talento precoce e ipnotico della grande fotografa, se ne esplorerà la produzione e il linguaggio, per comprenderla, forse, un po’ di più.