Generazioni #8
Greta Citti ci racconta di una casa di reclusione, un carcere, indietro di 40 anni il cui tempo è scandito da istanti sempre uguali a quelli del giorno precedente e a quelli del giorno successivo.
L’istituto penitenziario maschile di Porto Azzurro, l’unico carcere dell’Isola d’Elba, è suddiviso in tre sezioni e ospita 233 detenuti con una pena minima di sette anni, per la maggior parte ergastolani.
Osservando la natura rigogliosa che circonda la struttura, è impossibile non domandarsi se tanta bellezza aumenti il dolore per la perdita di libertà o sia solo stimolo di un’“evasione mentale”, quindi un punto di forza per andare avanti. Talvolta i giornali locali pubblicano qualche notizia, ma generalmente occorre una ragione eclatante affinché i riflettori si puntino lì, un fatto di cronaca, come evasioni, suicidi, aggressioni.
Andando oltre lo stereotipo sociale dell’individuo deviante emerge una condizione universale per la maggior parte delle carceri: la monotonia delle giornate.
Pubblicato integralmente su EyesOpen! n.11