A Monza le foto mai viste di Vivian Maier
Vivian Maier, New York, NY, 1954, Gelatin silver print, 2012 © Estate of Vivian Maier, Courtesy of Maloof Collection and Howard Greenberg Gallery, NY

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L’immenso archivio di Vivian Maier rimase conservato dentro centinaia di scatole quasi fino alla sua scomparsa e fu scoperto casualmente nel 2007 da uno scrittore di Chicago, John Maloof, che ritrovò i negativi in un box comprato all’asta un tempo appartenuto all’autrice che lì accumulava compulsivamente tantissime cianfrusaglie. Da allora Maloof si è dedicato alla promozione della sua eredità, il documentario che ha co-diretto nel 2014 fu candidato all’Oscar e diede alla fotografa fama internazionale, con esposizioni e approfondimenti sulla sua figura fatti a ogni latitudine. Bene, dopo tanto disquisire su di lei, pensavate di aver conosciuto tutto, eppure vi mancava questa rassegna di pezzi inediti aperta da oggi fino al 26 gennaio 2025 al Belvedere della Villa Reale di Monza.

Realizzata da Vertigo Syndrome in collaborazione con diChroma photography,Unseen. Le foto mai viste di Vivian Maier” è la più importante esposizione mai fatta in Italia su questa straordinaria, riservatissima street photographer umanista. Raccoglie 220 opere, divise in 9 sezioni tematiche, che esplorano i temi e i soggetti caratteristici del suo stile: dagli autoritratti alle scene di strada, dalle immagini di bambini alle persone ai margini della società, avventurandosi anche in aspetti sconosciuti o poco noti di una vicenda umana e artistica non convenzionale.

La mostra si compone di materiale inedito selezionato dalla curatrice Anne Morin, con un nucleo di fotografie in bianco e nero e a colori, molto rare e fino a pochi anni fa mai viste in pubblico, alle quali si aggiungono filmati in formato Super 8, provini a contatto, audio con la sua voce e vari oggetti che le sono appartenuti, come le macchine fotografiche Rolleiflex e Leica. Il percorso di visita sarà occasione imperdibile per esplorare la particolare vicenda umana dell’artista, pioniera della street photography e figura enigmatica del Novecento, ripercorrendo i temi e i soggetti caratteristici del suo stile, fornendo una testimonianza del “lato oscuro del sogno americano” che riflette una nazione in cambiamento. Un viaggio nel tempo e una visione del mondo senza innocenza, con bambini dall’aria vissuta e adulti che sembrano affaticati anche nel tempo libero. Ma anche l’arte della fotografia vista come valvola di sfogo, usata per esprimere le proprie emozioni attraverso immagini traboccanti di umanità, senso di umorismo e bellezza. Una serie di eventi collaterali, che comprendono workshop artistici, conferenze sulla storia della fotografia, laboratori per i bambini e altre varie iniziative, fanno da corollario all’esposizione. Per completare la conoscenza della fotografa e del suo lavoro, i visitatori saranno invitati ad accedere a una sala speciale dove proveranno la coinvolgente esperienza di “Essere Vivian Maier…”. Indossando un visore di realtà virtuale, si avrà l’opportunità di maneggiare la sua prodigiosa Rolleiflex 3,5F sentendo la responsabilità di ogni scelta fotografica, cercando di padroneggiare i comandi di una vecchia macchina analogica mentre esplorano una città attraverso gli occhi di Vivian, dove la visione invertita della fotocamera biottica metterà alla prova anche i fotografi più esperti..

Con la scatto silenzioso della sua Rolleiflex, la Maier ha immortalato per quasi cinque decenni il mondo che la circondava. Dai banchieri di Midtown ai senzatetto addormentati sulle panchine dei parchi, alle coppie che si abbracciavano o, molto spesso, riprendendo se stessa. Gli oltre 150.000 negativi scattati nel corso della sua vita coprono un’immensa gamma di soggetti. Dai primi anni cinquanta fino agli anni novanta, si è occupata di documentare meticolosamente ogni aspetto della realtà che la circondava, ovunque andasse. Capace di unire l’approccio umanista europeo (trascorse l’infanzia in Francia, paese d’origine della madre) al richiamo moderno della street photography americana, la Maier costruì, dall’inizio degli anni cinquanta alla fine degli anni ottanta, un corpus di opere che la rendono oggi, a tutti gli effetti, una delle più grandi fotografe del XX secolo.

Come ha affermato la curatrice, Anne Morin, “È nel cuore della società americana, a New York dal 1951 e poi a Chicago dal 1956, che Vivian osserva meticolosamente il tessuto urbano che riflette i grandi cambiamenti sociali e politici della sua storia. È il tempo del sogno americano e della modernità sovraesposta, il cui dietro le quinte costituisce l’essenza stessa del lavoro di Vivian Maier”.

La sua storia misteriosa è una parte importante del fascino che la sua figura riscuote nel mondo. Le persone restano incantate dalla particolarità e della forza espressiva delle foto, ma anche dalla vicenda della tata severa e solitaria che accudiva bambini e sviluppava in segreto il suo talento fotografico per poi morire senza lasciarne traccia. “Vivian Maier, il mistero, la scoperta e il lavoro: queste tre parti insieme sono difficili da separare”, spiega Anne Morin. Unseen. Le foto mai viste di Vivian Maier vuole concentrarsi però sull’opera dell’artista piuttosto che sul suo mistero, evitando di cavalcare la curiosità sulla sua particolare vicenda umana e professionale, ma contribuendo invece a elevare il nome della Maier al livello dei più famosi street photographer, affrontando l’arduo compito di esaminare la sua opera sconfinata e ancora in gran parte sconosciuta.

Mostra nella mostra sarà quella di Nicola Magrin (Milano, 1978), artista noto per i suoi paesaggi naturali, che arricchisce il progetto principale con una serie di acquerelli dedicati alla Maier. Abbandonando i suoi soliti colori per l’inchiostro nero all’acqua, l’autore ha realizzato otto opere incentrate su diversi aspetti della vita e dell’arte della fotografa, che risuonando con le esperienze personali di Magrin (la montagna, il cane, il tratto sfumato) creano un ponte poetico tra i due artisti, i quali condividono una profonda connessione con il mondo circostante e la capacità di coglierne l’essenza. Una sintonia rafforzata dal formato quadrato degli acquerelli esposti, utile a richiamare lo scatto della Rolleiflex che Vivian Maier portava “all’altezza del cuore come un talismano”, con un effetto simile alle foto in fase di stampa.

UNSEEN. Le foto mai viste di Vivian Maier

Belvedere Reggia di Monza (viale Brianza, 1)

17 ottobre 2024 – 26 gennaio 2025

con il patrocinio del Comune di Monza

Orari: mercoledì – giovedì – venerdì: 10.00 – 16.00 ; sabato – domenica – festivi:  10.30 – 20.00

Lunedì e martedì: chiuso.

Biglietti: intero: €16,50; ridotto: €14,00; ridotto Musei Civici: €12,00

Ridotto SPECIALE bambini dai 7 ai 12 anni: €6,00

Informazioni e prevendita

www.vivianmaierunseen.com

www.reggiadimonza.it

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