Fotografo prevalentemente di paesaggio e documentale, durante il periodo della pandemia di Covid 19 Federico Scarchilli ha rivolto la sua attenzione intorno a casa, occupandosi di piante e della loro importanza nella medicina. Con il progetto Flora si è aggiudicato il primo premio nella categoria Still Life dei prestigiosi Sony World Photography Awards. A un primo sguardo, da osservatori distratti, questi scatti possono sembrare banalmente estetici, asettici come le pillole che mette a confronto con la botanica, per una sequenza molto simile a un erbario di fine Ottocento. Si tratta invece di un impegnativo progetto di ricerca realizzato con l’aiuto di medici e botanici: ha rintracciato nei vivai diverse tipologie di piante benefiche, le cui essenze vengono utilizzate in farmaci, inclusi quelli antitumorali, le ha fatte crescere alla giusta misura e le ha poi messe a confronto con il prodotto finale, cioè le pillole che tutti noi possiamo reperire nelle farmacie e che, talvolta, contribuiscono a migliorarci o salvarci la vita.
Come scrive nel suo statement l’autore del progetto: “Le piante sono tra i principali fornitori di sostanze medicinali e devono essere considerate come produttori e contenitori dinamici di sostanze chimiche. Nella loro evoluzione hanno sviluppato innumerevoli metaboliti secondari che svolgono varie funzioni ecologiche per la pianta, come la repellenza, la difesa dagli erbivori, la lotta contro altre specie vegetali per il controllo delle risorse, la difesa dai parassiti e l’attrazione per gli impollinatori. Questi metaboliti secondari hanno mostrato anche importanti attività farmacologiche nell’uomo, costituendo i principi attivi o i componenti principali da cui dipende l’azione curativa di un farmaco; infatti, il 40% dei farmaci monomolecolari deriva da specie vegetali. L’architettura della Natura vuole quindi sottolineare l’importante ruolo della Farmacognosia nella Biologia moderna. Questa serie evidenzia l’importante ruolo della farmacognosia nella biologia moderna. Sono stato attratto da questo mondo grazie ai libri del botanico Stefano Mancuso, che mi ha fatto conoscere una realtà che ignoravo. Scoprendo, ad esempio, che alcune piante, che molto spesso decorano i balconi delle case, hanno in realtà una vita parallela nel mondo della farmacognosia, dove ad esempio un Catharatus Roseus (comunemente Vinca) aiuta l’80% dei bambini affetti da leucemia infantile a sopravvivere. In effetti, ci sono piante che rimangono ancora pilastri della medicina nonostante il progresso della tecnologia. Il mio intento è quindi quello di mostrare come l’uomo sia ancora dipendente anche da questo lato della natura”.
“Sono stato attratto da questo mondo grazie ai libri del botanico Stefano Mancuso, che mi ha fatto conoscere una realtà che ignoravo. Scoprendo, ad esempio, che alcune piante, che molto spesso decorano i balconi delle case, hanno in realtà una vita parallela nel mondo della farmacognosia, dove ad esempio un Catharatus Roseus (comunemente Vinca) aiuta l’80% dei bambini affetti da leucemia infantile a sopravvivere. In effetti, ci sono piante che rimangono ancora pilastri della medicina nonostante il progresso della tecnologia. Il mio intento è quindi quello di mostrare come l’uomo sia ancora dipendente anche da questo lato della natura”.
Federico Scarchilli ha collaborato e pubblicato per: Geo Magazine, la Repubblica, Internazionale, Oggi, Il Messaggero, De Volkskrant, L’Illustrè, Die Ziet, CNN, Lonely Planet, il Sole 24 ore. Di se stesso dice: “Ho iniziato a lavorare come fotografo quando ho deciso di viaggiare in Australia nel 2010. Lì ho incontrato Pau, un ragazzo spagnolo con la passione per la fotografia. Abbiamo deciso di esplorare l’Australia insieme e poche ore dopo stavamo attraversando il deserto in un furgone. Una volta tornato a casa sapevo cosa avrei fatto per il resto della mia vita. Ho iniziato la mia carriera come fotografo di paesaggi, con un profondo amore per l’urbano. Anni dopo anni ho esplorato molti altri generi come il ritratto, la pubblicità, lo still life, il reportage, l’architettura e la fotografia di scena. Mi piace vedere la fotografia come un passaporto: mi dà l’opportunità di vedere, incontrare e ascoltare una varietà di cose. Oltre al mio lavoro, nel 2017 ho iniziato a insegnare fotografia. Questo mi ha fatto scoprire un altro aspetto bellissimo: trasmettere le mie conoscenze a generazioni di tutte le età”.
Barbara Silbe vive e lavora a Milano. Co-fondatrice e direttore responsabile di EyesOpen! Magazine, fin dagli anni Novanta scrive di arte, fotografia, tecnologia,cultura e turismo anche sulle pagine del quotidiano il Giornale. Ha inoltre collaborato con varie testate, tra cui Style, Il Fotografo, Espansione, Digitalic, Donna Moderna. Anche i suoi lavori fotografici seguono gli stessi percorsi e sconfinano spesso in altri. È specializzata nel ritratto e nel reportage di viaggio.
Ha un blog che si occupa di fotografia ospitato sulla home page del sito del quotidiano Il Giornale