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Tra poco la sesta edizione del Colline Cultura Photo Festival

L’autunno in Piemonte torna all’insegna della fotografia d’autore. Il 7 ottobre inaugurerà la sesta edizione del festival fotografico che anima per un’intera settimana le colline intorno a Torino. Organizzato e ideato dal suo presidente Mario Sabatino e dall’associazione culturale Arketipo, vanta il patrocinio della Regione Piemonte Consiglio Regionale del Piemonte, Città Metropolitana di Torino, Fondazione ECM, i Comuni di Gassino Torinese, San Raffaele, Rivalba, Cinzano, Sciolze e Castiglione, ed è in media partnership con EyesOpen! Magazine. Il tema scelto per fare da filo conduttore nel 2023 è “Indagare la bellezza“, intorno ad esso si svilupperanno diverse mostre ed eventi per una proposta culturale diffusa su tutto il territorio. Epicentro sarà il bellissimo borgo di San Raffaele Alto: i suoi spazi istituzionali messi a disposizione dal Comune, da Pro Loco e Palazzo Atelié, sono coinvolti per ospitare le esposizioni personali dei fotografi coinvolti dal curatore, Barbara Silbe, che così ne parla nel testo introduttivo del catalogo:

Lo stupore di un paesaggio, l’unicità di un volto, la contemplazione di una farfalla. Sono infinite le declinazioni della bellezza, si spingono ben oltre il visibile, nella dolcezza di un sentimento o nello struggimento di un ricordo, e sono tutte soggettive, influenzate dal nostro personale giudizio. Non dobbiamo mai dimenticare che
il fattore estetico, filo conduttore di questa edizione del festival, è una componente opinabile regolata da diverse variabili: le nostre esperienze passate, l’educazione ricevuta, l’alchimia, i neuroni, i bisogni, la nostra stessa identità. “Non è bello ciò che è bello…”, diceva il proverbio sottolineando la relatività del verdetto finale. La bellezza è dunque individuale, pare regolata da un mistero, da quella questione chimica che fa emozionare ciascuno di noi di fronte a ciò che riconosciamo. Gli esseri umani cercano se stessi nell’arte come nella natura, ciascuno a proprio modo, e lo sanno bene i fotografi, che per mestiere tendono a indagare la complessità dell’esistenza per trovare l’incanto dentro a ogni cosa e riportarlo fino a noi  riletto dal loro sguardo.
Abbiamo invitato alcuni di loro a parlarcene attraverso le loro immagini, per aiutarci a compiere un viaggio nell’ignoto, alla fine del quale saremo più consapevoli. Le immagini esposte ci condurranno a scovare la meraviglia dove non l’aspettavamo, nelle cose ordinarie, in una nostalgia o negli abbracci, come fosse qualcosa che si possa toccare, annusare, assaggiare. Bellezza sono due sposi circondati da chi è intervenuto alla cerimonia per testimoniare il loro eterno amore, come racconta Max Allegritti nei suoi reportage di matrimonio dove sono protagonisti i gesti e le piccole cose; o una coppia di anziani ancora mossi da reciproca tenerezza dopo tanti anni insieme, immortalati dagli scatti di Jordan Angelo Cozzi. Il bello può celarsi in uno scenario evanescente, quasi un sogno, e nei ricordi che porta a galla il solo osservarlo, lo sa bene Antonio Verrascina che va infinitamente lontano trasponendo nei luoghi la vita che ha vissuto e il suo stesso sentire; o viene minacciato dalla violenza e dall’omertà nei ritratti in bianco e nero di Mjriam Bon che interroga personaggi famosi e persone comuni per porre l’attenzione sulle vittime di abusi; o dall’inquinamento che ha straziato il luogo natale di Antonello Ferrara, che lo interpreta stendendo un metaforico velo rosso-rabbia su ogni fotogramma realizzato in situ, intercalando rovine contemporanee a ricordi del suo passato felice. C’è, infine, la selezione elegante e preziosa di Giancarlo Vaiarelli, rinomato stampatore fine art che lavora con il platino palladio e fotografo di lungo corso, che abbiamo coinvolto per la sua capacità di indagare il fascino del mondo facendoci scoprire la ricchezza delle sue stampe vintage.

Altre mostre a cura dell’associazione Arketipo sono di Mario Sabatino, Sergio Bittoto,, Angelo Girardi, Francesco Maneo e Gian Luca Partengo. Giornate imperdibili della kermesse saranno naturalmente i due weekend 7-8 e 14-15 ottobre, arricchiti da incontri, workshop, talk, presentazioni, aperitivi e sessioni fotografiche di ritratti stampati aperte a tutti i visitatori. L’inaugurazione è fissata per il 7 alle ore 16 presso il cortile di Palazzo Ateliè, nel quale alle ore 19.30 saranno proposte degustazioni delle eccellenze del territorio.

Ulteriori informazioni: archetipo.to@libero.it

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Portfolio – Antonello Ferrara, Il porto straziato

Testo di Barbara Silbe

Antonello Ferrara si affida a un colore intriso di simboli per parlarci di una ferita. Quella che ha subito la sua terra e, di conseguenza, lui stesso. Nella produzione iconografica che è frutto di perlustrazioni in situ, concettualizza la rabbia, il pericolo, il dolore, perfino la passione, in un filtro rosso che ricopre ogni inquadratura. Un drappo che cela, eppure mette accenti con l’intento di attirare la nostra attenzione. Ogni tappa della sua storia è affidata a questo velo rubino, steso su un pezzo di Sicilia che ha subito violenze ed è stato dimenticato. È la cronaca, la documentazione di industrie che hanno cambiato il profilo di un luogo caro, Marina di Melilli (provincia di Siracusa), che si fa espressione artistica per un messaggio ancora più potente.

Rosso è un colore che urla, come una sirena o una rivoluzione. È intenso, pietrificato, alchemico come una pozione. Quel vedo-non vedo, fa venire voglia di entrare in ogni frammento del suo racconto, come se la nostra mano potesse scostare il sipario per indagare in profondità come si sono svolti fatti e misfatti. L’autore a quei luoghi appartiene, li ha visti deperire e ha assecondato l’istinto a denunciare quanto è accaduto usando il suo obiettivo.

Lo ha fatto con il riguardo e il rigore che caratterizzano la sua indole delicata, posando lo sguardo sulle case e sui dettagli trascurati di un paese fantasma, dove sarebbe proibito entrare, dove nessuno abita più quei muri che sono state case. Un cane randagio si è appropriato degli spazi decrepiti, un bagnante ostinato torna lì per riposare, lui li incontra nel suo perlustrare e li include, trasformandoli in personaggi recitanti di questo avulso palcoscenico.

Si muove in punta di piedi, entra tra le macerie inquinate, mette a fuoco paesaggi desolati che un tempo erano ricordi e appartenenza… eppure, questo rosso tagliente che ha scelto per comunicare con noi, mi ha ricordato uno degli artisti più complessi del Novecento: il viennese Hermann Nitsch, il padre dell’Azionismo oggi esposto presso lo spazio Oficine 800 alle Fondamenta di San Biagio, Venezia, per una vasta celebrazione nell’ambito della Biennale d’Arte. La sua ricerca pittorica è una sorta di ramo più duro della Body Art, dove tra reale e metafora, tra sacro e profano, mescola il sangue con la pittura in un rituale liberatorio e dirompente.

Ancestrali rimandi, che hanno un impatto significativo sulle nostre percezioni, emozioni e fisicità. L’umanità si è evoluta dando la priorità al rosso del fuoco, alla lava dei vulcani che portano distruzione e rinascita. Quello di Ferrara è il rosso primordiale usato da Anish Kapoor, è il pigmento primario delle pitture rupestri, è quella tonalità densa di vibrazioni che Mark Rothko ha reso vivo come un canto di luce. È, ancora, messaggio politico, presa di posizione netta nei confronti dell’incuria che ha ridotto in brandelli un luogo amato. Bandiera rossa rivoluzionaria, emozionante, la sua, generata dalle immagini e dal suo pensiero.

Note biografiche

Nato a Taranto nel 1967, lavoro nella Marina Militare Italiana dal 1984. Ho ricevuto in dono nel 1978 una macchinetta fotografica AGFA POCKET con la quale ho iniziato a fare i primi scatti. Ho cominciato a stampare in proprio utilizzando un progetto proposto nel “manuale delle giovani marmotte”. Utilizzando una scatola di scarpe, inserendo un’intercapedine con un buco al centro dove posizionare il negativo, una lampadina all’interno di essa, era possibile stampare su carta fotografica fotosensibile posizionata nel fondo interno della scatola. Visti gli alti costi economici e dal momento che nessun adulto che mi aiutava, sia nel migliorarmi che nel confronto, ho sospeso le prime esperienze fotografiche.

Da quando ho comprato il primo smartphone ho ricominciato a fotografare. Nel 2017, durante un viaggio in Turchia, ho scattato delle foto con un iPhone5. Un amico sacerdote invia una foto ad un concorso su Twitter per la pagina domenicale del sito della rivista cultura del Corriere della Sera. La foto viene selezionata e pubblicata nella homepage del sito. Vedendo i vari commenti e complimenti su Twitter decido di impegnarmi nella fotografia comprando una Olympus Om 10 III con un obbiettivo Pancake 12/40. Ho poi deciso di approfondire con corsi, workshop, concorsi e varie collaborazioni formative.

Con una modalità sporadica ho avuto modo di confrontarmi sui miei portfolio con Silvano Bicocchi, Antonio Biasucci, Yvonne de Rosa, Fabiola di Maggio, Salvo Zito, Daniela Sidari, Barbara Silbe, Santo Di Miceli, Marco Rigamonti, Laura Petrillo, Alessandra de Pace, Steve Besson. Alessandra Sanguinetti (lettura Magnum), Amber Terranova (lettura Magnum).

Ha svolto tre lezioni “one to one” su Street phography con Eolo Perfido.

Sono socio di Magazzini Fotografici di Napoli, “la fototeca Siracusana” a Siracusa, “2 Lab Catania”.

Sono membro del Collettivo TIFF di Piacenza.