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Portfolio – Mauro Pinotti, I Leocorni

In questo progetto fotografico, ho voluto attribuire all’Arca il ruolo metaforico del “pensiero comune”, quella specie di comfort zone in cui tutte le preoccupazioni sembrano svanire, tutto sembra familiare e sereno e le incertezze e la vulnerabilità vengono annullate per rivelare contestualmente l’impotenza umana. Secondo la versione tradizionale della storia, i due famosi leocorni non si presentarono mai per salire sull’arca e da quel momento nessuno li vide più.

I leocorni rappresentano “i valori estinti”, sono coloro che nell’avere opposto resistenza sono diventati destinatari dei divieti assorbendone l’esclusione sociale.

Questo progetto vuole proporre in sintesi le mie riflessioni attraverso una visione onirica della situazione di incertezza che si è generata in questi ultimi anni a seguito della pandemia e che ha evidenziato profondi sintomi di malessere sociale. Una sorta di cartina di tornasole, uno specchio, che mette a nudo i problemi strutturali della società contemporanea, una similitudine della crisi epocale sociale dove chi non accetta la salvezza è destinato all’estinzione.

(Mauro Pinotti)

Note biografiche

E’ stata l’attenzione per gli aspetti sociali e il desiderio di raccontare storie che fin da subito ha contaminato la fotografia di Mauro Pinotti. Il suo primo reportage indaga sull’inserimento territoriale da parte degli extracomunitari, fa seguito un lavoro commissionato dalla Consulta Femminile del Comune di Vigevano sul tema della violenza contro le donne. Negli anni successivi i suoi progetti fotografici si distaccano dal reportage vero e proprio e prendono forme narrative più’ elaborate, ma in questa nuova espressione non tralascia di mettere a fuoco problematiche e denunce.
I suoi progetti si sviluppano principalmente nell’ambito sociale attraverso una conoscenza diretta e personale delle problematiche che intende far conoscere . Graffianti e audaci, le sue fotografie vengono ben presto notate: un suo lavoro fotografico sul pugilato è stato scelto per la realizzazione di una scenografia del film L’Intrepido del registra Gianni Amelio.
I “7vizi “ è uno dei lavori che meglio segna il suo passaggio a una fotografia interpretativa e dai tratti surreale,  ma interamente priva di post produzioni digitali. Ogni scena viene realizzata da vivo, con l’aiuto di comparse e  costumi da lui attentamente studiati. L’immagine della “superbia” diventerà un caso mediatico e l’icona della settima edizione dell’Internazionale d’Arte di Torino.
Presente nel 2014 a Photissima di Torino, nella mostra “Tryour Home” a cura di Fortunato D’Amico dal titolo “Tryour Home”, con il lavoro “cinqueventotto” supportato da un video fotografico ha ottenuto importanti riconoscimenti in diversi concorsi europei. Nel 2015, viene selezionato per esporre alla Biennale D’arte Contemporanea Italia-Cina a Torino con i “13Re” ( progetto fotografico seriale sviluppato sulla tematica sociale dei nuovi poveri) . Opera è stata poi esposta a Roma presso l’Archivio Centrale dello Stato e alla mostra “Social Act” curata da Fortunato D’Amico e Chiara Milesi presso ex Palazzo Coin di Vigevano.
Fa seguito una ricerca sulla crisi economica attraverso la serie “poveri cristi” , dove ritrae italiani e stranieri che hanno perso tutto, dal lavoro alla famiglia e, molto spesso, anche la salute . Il progetto “Fragile ” punta l’attenzione sul silenzioso dramma dei padri separati, anche in questo caso, uomini alla deriva con difficoltà economiche senza casa e allontanati dai figli .
Si potrebbe dire che Mauro Pinotti utilizza la fotografia per dare voce agli emarginati, a quella parte di umanità che chiede attenzione. Negli anni più recenti, la sua fotografia ha assunto nuove forme di ricerca sperimentale come nel caso specifico del progetto “Far” in cui, dopo anni di studi riesce a sintetizzare una nuova forma di immagine per arrivare anche ai non vedenti.
Sempre attento alle problematiche sociali e ambientali nel 2019 realizza insieme alla fotografa Paola Rizzi “io sono il futuro” un progetto sociale patrocinato dal Comune di Broni e da Fujifilm Italia, conclusosi con la realizzazione di una pubblicazione, una mostra ma soprattutto la straordinaria piantumazione di 15 piante.
Sempre nel 2019 è uno dei diciassette fotografi selezionati per il progetto 17 graffi 50 anni di Piazza Fontana la mostra patrocinata dal Comune di Milano e tenutasi presso la Casa della Memoria al fianco di Berengo Gardin, Graziano Perotti e Francesco Cito. Nel corso degli anni ha collezionato diversi premi ed esposto in gallerie importanti, e il suo lavoro è stato pubblicato su diverse testate.

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“Patrimoni” protagonisti al Brescia Photo Festival

Barbara Silbe

Ha aperto ieri, affidandosi a nuove date e confidando nel miglioramento della situazione pandemica, la IV edizione del Brescia Photo Festival che si chiuderà il 17 ottobre 2021. Curato da Renato Corsini, è promosso dal Comune di Brescia e da Fondazione Brescia Musei con la collaborazione di MaCof – Centro della fotografia italiana e celebra il tema “Patrimoni”, che si collega alle celebrazioni per il ritorno a Brescia della Vittoria Alata, una delle più straordinarie statue in bronzo di epoca romana, portavoce del valore culturale e identitario del patrimonio della città, dopo due anni di restauro a cura dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze. La nuova collocazione della statua nell’aula orientale del Capitolium, in un allestimento museale progettato dall’architetto spagnolo Juan Navarro Baldeweg, valorizza l’intera area archeologica di Brixia. Parco Archeologico di Brescia Romana, nella ricorrenza del decennale del riconoscimento UNESCO del sito “I Longobardi in Italia. I Luoghi del potere (568-774 d.C.)” e prelude al cammino culturale che, nel 2023, consacrerà Brescia come Capitale italiana della Cultura con Bergamo.
La kermesse, avviata daFondazione Brescia Musei, presieduta da Francesca Bazoli e diretta da Stefano Karadjov, ha epicentro nel Museo di Santa Giulia (nei rinnovati spazi del “Quadrilatero Occidentale”) e si diffonderà con mostre importanti in varie sedi cittadine, come il Museo delle Armi “Luigi Marzoli”, il MO.CA, lo Spazio Contemporanea, il Museo Civico di Storia Naturale, la Fondazione Poliambulanza di Brescia, le gallerie d’arte della città e della provincia, con protagonisti alcuni dei più importanti maestri della fotografia, da Gianni Berengo Gardin a Ferdinando Scianna, da Francesco Cito a Franco Fontana, da Elio Ciol a Donata Pizzi, e molti altri ancora, che interpreteranno con il medium fotografico il valore culturale, archeologico, storico e sociale dei patrimoni identitari, dall’antichità romana alla contemporaneità.

Il Museo di Santa Giulia ospita l’esposizione di punta del festival, dedicata al fotografo austriaco Alfred Seiland: si intitola IMPERIVM ROMANVM. Fotografie 2005-2020″, sua prima retrospettiva italiana che giunge a noi dopo il successo ottenuto al Museo Romano Germanico di Colonia, ai Rencontres di Arles e all’Albertina di Vienna. Il percorso raccoglie 136 immagini, la cura è di Filippo Maggia e Francesca Morandini, co-prodotta da Skira e frutto di un accurato lavoro quindicennale che l’autore ha realizzato attorno ai luoghi mitici della romanità, reinterpretati in modo sorprendente e inatteso, con20 inediti tra cui un portfolio di 6 scatti realizzati a Brescia tra il 2019 e il 2020. Affascinato infatti dalle scenografie cinematografiche dell’antica Roma, allestite a Cinecittà, Alfred Seiland ha intrapreso un lungo viaggio nei territori in cui si estendeva il dominio di Roma, dalla Siria alla Scozia e oltre, per fotografare gli edifici costruiti dai romani e cogliere le diverse sfumature di interazione tra uomo e rovine.

“Seiland non si limita alla rappresentazione dell’antico – spiega Filippo Maggia – non racconta le statue come oggetto del passato, ma cerca una contestualizzazione delle situazioni. Per lui è importante l’attesa e la costruzione dell’immagine, c’è uno studio, c’è pazienza, le persone sono reali e le sue opere non sono mai frutto di una messa in scena costruita. Per questo l’inquadratura del Tempio di Segesta, in Sicilia, include un autobus: è il passato calato nella contemporaneità, a volte con tutte le sue contraddizioni. In molti casi percepiamo il suo intento di denuncia della condizione in cui si trovano queste importanti vestigia; è il tempo, l’antico, maltrattato. Alcune inquadrature sono perfino un po’ ridondanti, ma osserva con severità, con durezza e con ironia le nostre azioni di oggi”

La mostra si pone come un ponte ideale tra il patrimonio storico e lo sguardo attuale in coerenza con l’identità del progetto pluriennale dedicato alla celebrazione e alla valorizzazione della Vittoria Alata. Sono quaranta i paesi raccontati dai propri siti archeologici come Palmira, Samaria o Epidauro. Il progetto illustra, con fotografie talvolta iperrealiste e pop, talvolta simboliste e minimali, l’inestricabile e vitale rapporto tra le tracce residue della cultura romana e i luoghi della modernità. Le rovine emergono così in tutta chiarezza quali patrimonio comune di un immaginario collettivo, una sorta di minimo comune denominatore continentale tra passato, arte moderna e architettura contemporanea, la prima “forma” di globalizzazione dello sguardo. Il pubblico è invitato a scoprire le trasformazioni delle città e del paesaggio: l’occhio del fotografo ne esalta il riuso consapevole o quello casuale, ed espone il surreale dialogo tra le antiche glorie monumentali e i moderni tessuti urbanistici, gli spazi del turismo di massa, dello sport e della cultura del tempo libero.

Il Colosseo a Roma, le terme di Bath, il Pont du Gard in Provenza, ma anche rovine di siti meno noti al grande pubblico, riferimento per piccole comunità o territori totalmente travisati o, ancora, edifici moderni iperrealisti che alludono all’antico in tutto il loro paradosso, come il set di Cinecittà per una fiction inglese ambientata nell’antica Roma o il Caesar Palace di Las Vegas o la presenza discreta dei resti archeologici nel tessuto urbanistico attuale. I monumenti dell’Impero romano, diffusi in Europa e lungo il bacino del Mediterraneo, costituiscono per i suoi abitanti un’abitudine visiva, per i turisti un feticcio, per le infrastrutture un ostacolo. Il catalogo bilingue italiano e inglese è edito da Skira.

Il percorso espositivo al Museo di Santa Giulia prosegue, dall’8 maggio al 17 ottobre 2021, con Palmira. Una memoria negata, a cura di Renato Corsini, il reportage del fotografo friulano Elio Ciol, composto da 20 scatti, realizzato nel 2015 in Siria prima delle distruzioni inferte dall’ISIS a uno dei tesori più preziosi dell’umanità. La rassegna è corredata da un focus architettonico e urbanistico curato da Alberto Ferlenga, rettore dello IUAV di Venezia e professore ordinario di progettazione architettonica, dedicato alla prima rappresentazione pittorica di Palmira nel 1691, la monumentale Veduta di Palmira del pittore olandese Hofstede van Hessen, conservata presso l’Allard Pierson Museum di Amsterdam.

Donata Pizzi, con Roma in Africa, dall’8 maggio al 17 ottobre 2021, a cura di Renato Corsini, racconta attraverso 29 fotografie le suggestioni delle antiche città del Nord Africa, tra deserti e rovine romane. Il viaggio ha condotto l’artista da Cirene in Libia, attraverso Timgad e Djemila nella regione della Cabilia, Tipasa lungo la costa algerina, Dougga, Thuburbo Maius, Sbeitla e il grande colosseo di El Djem in Tunisia, e ancora a Sabratha e Leptis Magna. Per tradurre in immagine intima quella luce, quelle immense distanze, Donata Pizzi ha tentato di ridurre il mezzo fotografico al minimo, utilizzando una piccola macchina panoramica, con un semplice obiettivo standard, come se guardasse attraverso la fessura del turbante dei Tuareg.

Eros, a cura Clelia Belgrado, presenta invece 25 fotografie di sculture che l’artista reggiano Bruno Cattani ha scattato all’interno dei musei, svelando il lato inedito delle opere classiche. Come scrive Benedetta Donato “Eros raccoglie gli anni di appassionate indagini e affascinanti percorsi nell’universo della scultura, in cui l’autore ha saputo intercettare e plasmare quegli aspetti oscuri e nascosti del desiderio, che finalmente si rivelano, grazie ad uno sguardo capace di cogliere istinti e pulsioni, […] in figurazioni di forte impatto visivo, come corpi vigorosi, dotati di profonda vitalità.”

Quale ideale conclusione della IV edizione del Brescia Photo Festival dal 21 settembre al 17 ottobre 2021 verrà presentato al Museo di Santa Giulia “Con amore e cura grandissima”. Il restauro dell’albumina della Chiesa dei Miracoli, di Giacomo Rossetti, a cura di Roberta D’Adda. Premiata all’Esposizione Industriale di Vienna del 1873, l’opera di Rossetti fu acquistata dal Comune di Brescia nel 1903 ed è parte della collezione dell’Archivio Fotografico dei Civici Musei d’Arte e Storia, costituitosi in parallelo allo sviluppo delle collezioni museali e dotato di propri registri a partire dal 1935.

L’itinerario diffuso in città del IV Brescia Photo Festival prosegue al Museo delle Armi “Luigi Marzoli”, nel Castello di Brescia, che accoglie, dall’8 maggio al 17 ottobre 2021, la mostra Vita da centurioni, a cura di Renato Corsini. L’esposizione documenta, attraverso 36 fotografie di scena e di backstage, oltre a 6 manifesti originali, i miti, le leggende, le avventure e le peripezie degli eroi del Peplum, uno dei generi più prolifici del cinema italiano, raccontando l’invenzione dei centurioni e dei gladiatori nelle pellicole del dopoguerra e rivedendo in forma spesso ironica e dissacrante il mito del militare romano.

Il MO.CA – Centro per le nuove culture ospita tre rassegne: la prima, È Brescia, a cura di Albano Morandi, presenta dall’8 maggio al 31 luglio 2021 sette grandi fotografi italiani – Gianni Berengo Gardin, Francesco Cito, Franco Fontana, Gianni Pezzani, Ferdinando Scianna, Luca Gilli – che raccontano Brescia e le sue eccellenze culturali con il loro obiettivo.

La seconda, una mostra-omaggio dedicata al ritorno della Vittoria Alata: Bellissima. 20 fotografi travolti da un insolito splendore. Curata da Mario Trevisan, propone dall’8 maggio al 27 giugno 2021 le opere di più di venti fotografi, tra i più importanti della scena italiana, quali Silvia Camporesi, Renato Corsini, Maurizio Galimberti, Giovanni Gastel e altri artisti, che hanno deciso di lavorare su questa straordinaria scultura, vera Musa della rassegna fotografica del 2021.

Infine, Federico Fellini / “dietro le quinte”, a cura di Renato Corsini, dal 29 giugno al 31 luglio 2021 testimonia l’opera di quello che è stato definito una pietra miliare della cinematografia del secondo Novecento e, appunto, un “patrimonio” italiano. Accanto ad alcuni manifesti dei suoi film più conosciuti, si racconta, attraverso circa 50 scatti – eseguiti da Sandro Becchetti, Tazio Secchiaroli, Agenzia Dufoto – un Fellini più privato rispetto alla sua immagine ufficiale legata al ruolo di regista.

 Spazio Contemporanea accoglie la rassegna Le cattedrali del lavoro, a cura di Renato Corsini e Paolo Conforti, con il supporto di Fondazione ASM, dall’8 maggio al 13 giugno 2021, nella quale gli scatti di Matteo e Stefano Rodella (Bams Photo), accompagnano il visitatore nei luoghi dell’archeologia industriale di Brescia e della sua provincia, sorti nell’immediato dopoguerra, documentando alcuni straordinari testimoni dello sviluppo industriale, capaci di farci riflettere su una storia economica e sociale che ha caratterizzato forti metamorfosi urbane.

Sempre a Spazio Contemporanea, per la cura di Renato Corsini e Albano Morandi, si terrà 1921/2021. Omaggio a Joseph Beuys: ritratti, sequenze fotografiche e scatti di ambientazione (16 giugno – 31 luglio 2021) – eseguiti da Renato Corsini durante la storica intervista che il critico d’arte Pierre Restany fece all’artista nel 1980 – raccolti in una mostra di grande valore iconografico e culturale, nel centenario della nascita di Beuys.

La difesa del patrimonio faunistico è l’oggetto dell’indagine che Federico Veronesi ha svolto con il suo reportage condotto in Africa. La mostra Wildlife, a cura di Carolina Zani, allestita al Museo civico di Scienze naturali dal 14 maggio al 29 agosto 2021, propone una serie di fotografie di grandi dimensioni dei più affascinanti mammiferi africani.

 Alla Fondazione Poliambulanza dall’8 maggio al 26 settembre 2021 si potrà ammirare la prima tappa di una mostra itinerante dal titolo Mirabili radici. Il sito UNESCO di Brescia nelle fotografie di Alessandra Chemollo, a cura di Alessandra Chemollo e Francesca Morandini, con le immagini dei luoghi riconosciuti patrimonio UNESCO nel 2011, come il Complesso Monumentale di Santa Giulia, prima e durante la retrospettiva dedicata all’architetto e artista Juan Navarro Baldeweg, il Capitolium, durante e a conclusione della realizzazione del nuovo allestimento della cella orientale con la Vittoria Alata restaurata, le Domus e il Santuario repubblicano.

Al Museo Mille Miglia, dal 21 maggio al 18 luglio 2021, saranno esposte 60 fotografie di Giacomo Bretzel che raccontano la corsa della Mille Miglia negli ultimi vent’anni. L’autore comunica la sensazione di velocità con l’uso di più stili diversi, con il risultato di una trama fotografica che aggiunge alle immagini la potenza e l’allure di un’epoca passata.

Alla LABA, presso la sede di Via Don Vender, sarà visitabile dal 13 maggio al 31 luglio 2021 la mostra Humanitas, organizzata dagli studenti del dipartimento di Fotografia che hanno sviluppato ed evidenziato attraverso la ricerca e la personale sensibilità l’importanza del patrimonio declinato nelle sue infinite forme.

La quarta edizione del Brescia Photo Festival allarga i propri orizzonti anche alla provincia di Brescia. Alla Biblioteca Comunale di Vobarno, in Valle Sabbia, i grandi alberi sono i protagonisti della mostra Humus di Gianni Pezzani, a cura di Andrea Tinterri, che fissa il patrimonio dei boschi italiani nelle sue foto alla ricerca di una natura incantata (15 maggio – 30 settembre 2021).

Alla Fondazione Vittorio Leonesio a Puegnago sul Garda, l’esposizione Sipario – si prega di accendere i telefoni, lo spettacolo sta per cominciare di Nicola Bertellotti (23 giugno – 26 settembre 2021) incentra la sua poetica sul senso di caducità che avvolge i luoghi abbandonati e cristallizzati in un tempo statico. Gli scatti di Bertellotti rappresentano un racconto aperto su usi e costumi, patrimonio immateriale condensato negli arredi e nelle decorazioni degli ambienti ritratti di forte impatto: teatri e sale cinematografiche in disuso si mostrano in tutto il loro fascino decadente.

Come da tradizione, Brescia Photo Festival proporrà il palinsesto PHOTO FRIENDS dove gallerie d’arte, librerie, biblioteche e la rete delle boutique del centro si apriranno per accogliere interventi espositivi, focus, conferenze e proposte editoriali tematiche. Il progetto di collaborazione con le gallerie d’arte è curato da Albano Morandi che sottolinea come “anche quest’anno, grazie alla collaborazione di associazioni e gallerie private e grazie al coordinamento dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Brescia, il nucleo dei “Friends” si presenta nutrito di ben 10 mostre in cui il tema del festival viene straordinariamente illustrano attraverso linguaggi e tematiche tra i più vari e disparati”.

La nuova edizione del Brescia Photo Festival è come di consueto l’occasione per una serie di appuntamenti dedicati a tutti i photo addicted: visite guidate, attività per famiglie, incontri con gli autori, guide d’eccezione, proiezioni dedicate al Nuovo Eden, che animeranno le mostre allestite nel Museo di Santa Giulia.

Per maggiori dettagli, visitate il sito www.bresciaphotofestival.it

 

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Milano Photo Week, bella rassegna sulla fotografia d’autore

Apre lunedì, per proseguire fino al 9 giugno, la Milano PhotoWeek, un palinsesto diffuso che coinvolge ogni quartiere del capoluogo lombardo per tutta la settimana, promosso e coordinato da Comune di Milano – Assessorato alla Cultura in collaborazione con ArtsFor_ su una delle passioni più coinvolgenti di questo tempo: la fotografia, appunto.

Ogni giorno sarà disponibile un calendario di appuntamenti speciali che suscitano ormai grande interesse, appositamente ideati per MPW, a cui si aggiunge un’intensa programmazione di iniziative raccolte tramite open call, per un reale coinvolgimento di cittadini e visitatori.

Tra gli altri: un progetto speciale del maestro Gianni Berengo Gardin, che, per la pagina instagram @milanophotoweek, ha messo a disposizione una selezione di suoi scatti dedicati alla città di Milano degli anni Sessanta e Settanta. Le immagini vengono pubblicate alternandole a una serie dedicata allo stesso tema e realizzate da giovani fotografi selezionati da “Perimetro”. Milano A/R è un confronto tra un grande maestro e una nuova generazione che permette di raccontare il cambiamento di una città, della società, delle abitudini.

Tra i tanti appuntamenti:

martedì 4 giugno, ore 21.15, proiezione e introduzione di Luca Bigazzi
BLOW UP – EDIZIONE RESTAURATA
Il Cinemino, via Seneca 6
Il film è preceduto da un’introduzione del direttore della fotografia Luca Bigazzi che ne ha supervisionato il restauro. Proiezione in lingua originale sottotitolata in italiano. Ingresso a pagamento con tessera, info: www.ilcinemino.it

mercoledì 5 giugno, ore 7.00 – 22.00 (aperta fino al 9 giugno), mostra
IL MARE CHE VORREI
Rotonda della Besana, via Besana 12
Un percorso fotografico ambientato nelle profondità degli oceani, con il supporto di La Mer, in collaborazione con MUBA – Museo dei Bambini Milano e Underwater Photographer of the Year 2019. Nato nel 1965, UPY è il più prestigioso concorso fotografico con l’obiettivo di celebrare il mondo sottomarino. In occasione di MPW, Rotonda della Besana accoglie un racconto per immagini che mostra la natura, le meraviglie degli abissi, il rapporto con l’uomo e i pericoli ai quali stanno andando incontro i mari. Ingresso gratuito.

giovedì 6 giugno, ore 21.00 – 23.30, incontro
SIMENON 30 ANNI DOPO
Frigoriferi Milanesi, via Piranesi 10
Simenon reporter e fotografo: Diego De Silva e Giorgio Pinotti parleranno del libro di reportage di Simenon: Il mediterraneo in barca (1934); Giacomo Papi e Francesco M. Cataluccio mostrano e raccontano alcune foto scattate da Simenon. Ingresso gratuito.

giovedì 6 – sabato 8 giugno, 20.30 – 21.30, performance
LORO (THEM)
Teatro Burri, Parco Sempione
Loro (Them) è un’installazione multimediale e aerea di Krzysztof Wodiczko, artista polacco di fama internazionale, che utilizzando i droni e sfruttando le tecnologie più all’avanguardia, dà voce a migranti, rifugiati politici e cittadini emarginati per esplorare le complessità della loro vita nella società odierna. La performance si ripeterà ogni giorno dal 6 all’8 giugno. Accesso gratuito.

domenica 9 giugno, ore 10.45, proiezione
“INTERNAZIONALE”: IL GIORNALE SULLO SCHERMO
Il Cinemino, via Seneca 6
“Internazionale” propone una selezione di portfolio, come il progetto Life, Still di Alessio Romenzi, che ha lavorato a lungo in Siria alla ricerca delle tracce di vita tra paesaggi di distruzione. Camillo Pasquarelli ha invece documentato i segni lasciati dalle forze di sicurezza sul corpo di uomini e donne in Kashmir. La fotografa olandese Ilvy Njiokiktjien ci porta in Sudafrica per conoscere i desideri e le difficoltà dei giovani “nati liberi”, dopo la fine dell’apartheid. Ilaria Di Biagio ha viaggiato nei mari del Nord alla scoperta delle ipotetiche origini baltiche dei poemi omerici. Andrea & Magda seguono da anni la costruzione di Rawabi, una cittadina in Cisgiordania pensata per i palestinesi benestanti, che per ora è semidisabitata e sembra una città fantasma. Dall’altra sponda dell’Atlantico, Nicola Lo Calzo racconta l’eredità della rivoluzione haitiana, nata da una rivolta di schiavi. E poi, cosa può comprare da mangiare una persona che vive sulla soglia di povertà? Lo spiegano il fotografo Stefen Chow e l’economista Huiyi Lin. Le fotografe Bénédicte Kurzen e Sanne De Wilde, infine, hanno cercato di capire cosa vuol dire essere gemelli in Nigeria, dove i gemelli possono essere maledetti o venerati. Introduzione di Daniele Cassandro, “Internazionale”.
Ingresso gratuito con tessera obbligatoria, info: www.ilcinemino.it

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FESTIVAL – Tutti a Bergamo per “Fotografica”

Seconda edizione per “Fotografica, festival di fotografia Bergamo”. Tema di quest’anno è “Equilibrio Sottile. La Terra oggi, per un futuro domani”. Sarà ospitato dal 27 ottobre all’11 novembre a Bergamo, diciassette giorni di mostre fotografiche, incontri e dibattiti presso il Monastero del Carmine di Bergamo Città Alta, con la partecipazione di maestri della fotografia internazionale e di giovani emergenti. Tra loro Luca Locatelli, Gianni Berengo Gardin, Alessandro Grassani, Fabio Cuttica, Andrea Frazzetta, Fausto Podavini e altri, guidati dalla direzione artistica di Denis Curti.

Interessanti le mostre, da non perdere gli incontri, le riflessioni degli autori sul cambiamento climatico e sulle devastanti conseguenze di uno sviluppo in-sostenibile.  Vissuti e sguardi diversi accomunati da un unico filone narrativo: la denuncia dei danni irreparabili provocati dal cambiamento climatico, testimoniati da scatti rigorosi, sinceri, a volte brutali nella loro efficacia comunicativa. Immagini che, riprendendo gli avvenimenti drammatici dei giorni nostri, dimostrano al tempo stesso la bellezza del pianeta Terra, stimolando una nuova e più risoluta presa di coscienza rispetto al futuro sviluppo. Visitare il festival offrirà uno sguardo a 360° sulla fragile e potente bellezza della Natura per aprire una riflessione sul rapporto sempre più spesso squilibrato tra uomo e ambiente, in cerca di una nuova pacificazione fatta di rispetto, tutela e sostenibilità.

Un’indagine intera è dedicata all’Artico, con la  rassegna di “Artico, ultima frontiera”, firmata da tre maestri della fotografia di reportage, Ragnar Axelsson, Carsten Egevang e Paolo Solari Bozzi e curata da Denis Curti e Marina Aliverti: 65 immagini in bianco e nero, per indagare come gli abitanti in Groenlandia, Siberia e Islanda gestiscono quotidianamente un ambiente ostile, ricordando l’importanza della difesa di uno degli ultimi ambienti naturali non (ancora) sfruttati dall’uomo. Con COLD IS HOT, la serie che viene presentata all’interno di questo approfondimento, ci presenta uno scorcio molto personale e sereno dei luoghi estremi della Groenlandia, dove ha vissuto per due mesi nell’inverno del 2016 con i pescatori-cacciatori Inuit e i fotografi della mostra, riportando in maniera disincantata e giocosa la quotidianità di questo popolo che vive tra i ghiacci, purtroppo non più eterni.  La rassegna include infine un potente documentario arricchisce la narrazione delle regioni del Nord: SILA and the Gatekeepers of the Arctic, realizzato dalla regista e fotografa svizzera Corina Gamma.

Inoltre, la kermesse ospiterà la proiezione del film “My Life in a Click” dedicata a uno dei più grandi fotografi contemporanei, Gianni Berengo Gardin, raccontato dalla sua fedele compagna con la regia di Max Losito, che ha seguito il maestro per otto anni.

Per altre info: http://www.fotograficafestival.it/

 

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CHARITY – Un’asta fotografica per sconfiggere la poliomielite

Vi segnaliamo una bella iniziativa organizzata dal Rotary Milano Nord per la ricerca, che di certo farà piacere a collezionisti e appassionati. Si tratta di una vendita all’asta di stampe fotografiche fine art, il cui ricavato andrà a finanziare il progetto internazionale END POLIO NOW (l’eradicazione della poliomielite).

Quest’anno, il 24 ottobre, è la giornata dedicata alla raccolta fondi per  finanziare il  progetto internazionale e in quella data si terrà l’asta di cui il 100% del ricavato della vendita, che sarà fatta in € convertiti in fiale di vaccino  ( 7 € cad ) verrà data alla ricerca. Vari club finanziano i costi vivi della serata e i seguenti fotografi  ( per ora) hanno donato una stampa fine art del loro lavoro: Carlo Mari, Giovanni Gastel, Franco Fontana, Yan Arthus Bertrand, Gianni Berengo Gardin, Massimo Sestini, Guido Alberto Rossi, Elena Givone e molti altri. Potrete aggiudicarvi una fotografia firmata e numerata realizzata da un grande fotografo, stampata con i più rigidi criteri museali e, nel contempo, compiere un gesto per il bene comune.