
Il Black Friday è la festa degli acquisti, anche EyesOpen! segue questa tradizione prevista per il 24 Novembre a partire dalle 9.00 e fino a mezzanotte dello stesso giorno.
Troverete le copie di EyesOpen! con i migliori sconti di sempre qui: Shop

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L’Islanda è un’isola forgiata nel tempo, dove i contrasti si incontrano a formare un paesaggio che non ha eguali nel resto del Pianeta. E’ una terra fatta di giaccio e fuoco, di laghi e vette incombenti, di cascate tuonanti e balene che nuotano davanti alle sue coste nere di lava. E’ il Grande Nord, un pezzo di mondo da vedere e non dimenticare mai, ma è più dolce e accogliente di quanto lo immaginiamo. Un fotografo è riuscito a raccontare le diversità di questo Paese piantato in mezzo alle correnti dell’Atlantico, trasformando molte delle sue geografie in astrazioni. Lui si chiama Massimo Lupidi, il suo poetico lavoro è ora raccolto in un libro edito da Sassi e dal titolo “Islanda tra cielo e terra”.
Non ha il taglio paesaggistico da National Geographic, per intenderci, va oltre la pura osservazione. Va esattamente dove dovrebbe andare l’approccio al paesaggio: verso la filosofia. Il volume vanta una prefazione di Eliza Reid, first lady della Repubblica d’Islanda e riunisce una selezione di immagini che riprendono queste lande straordinarie sia da terra che dall’alto. Grazie alle inquadrature aeree, forme e colori ci vengono restituite quasi fossero altro, quasi evocassero dipinti di Pollock o Klee per assumere nuovi significati. L’autore alterna poi scatti più definiti, inquadrature ampie che svelano maggiori dettagli sui luoghi incontrati e che, di certo, conosce molto bene. Ad accompagnare il suo racconto sono impaginate anche le poesie di Sigurbjörg Þrastardóttir, una scrittrice dell’isola.
Dimensioni cm 30 / 30, copertina rigida con sovracoperta, 128 pagine, tiratura 4000 copie.
Prezzo di copertina: € 29,90, Sassi Editore.
Il vincitore del PhotoBoox Award 2017, concorso internazionale dedicato al libro fotografico realizzato da Photolux Festival di Lucca in collaborazione con EyesOpen! Magazine, Ceiba Editions e Grafiche dell’Artiere, è Mayumi Suzuki con il dummy The Restoration Will.
Questo dummy racconta la storia della perdita dei genitori, che l’autrice ha vissuto a seguito dello tsunami che ha colpito il Giappone nel 2011. Il suo lavoro, e quello di altri meritevoli partecipanti al contest (Hiroshi Okamoto, Miki Hasegawa, My Lien Guyen, tutti e tre giapponesi), sarà pubblicato sul numero 11 del magazine, in uscita tra pochi giorni e dedicato alle nuove generazioni di fotografi.
La giuria, composta da Markus Schaden, fondatore del The PhotoBookMuseum, Colonia (Presidente); Daria Birang, curatore e book maker; Benedetta Donato, curatore indipendente; Eva-Maria Kunz, co-fondatore e direttore artistico della casa editrice ceiba editions; Manuela Cigliutti, co-fondatore e direttore artistico della rivista EyesOpen!, ha percepito il conflitto interiore e la fatica dell’autrice nel trovare il modo giusto di raccontare la storia di una perdita così grande, con una narrazione per immagini potente ed efficace.
Assegnando a Mayumi Suzuki questo premio, la giuria ha voluto supportare l’autrice nel processo di compimento di questo progetto personale, trasformando un dummy già molto interessante in un libro, nella convinzione che quanto iniziato probabilmente come modo per lavorare su una perdita personale possa diventare un progetto da condividere con un ampio pubblico. La giuria ha visto chiaramente riflessa nelle pagine del dummy la personale sfida dell’autrice e tutto il potenziale di questo lavoro, nel quale ha saputo raccontare la propria vulnerabilità senza però trovare le giuste soluzioni narrative.
Il libro sarà presentato sabato 25 novembre alle ore 12:00 (Lucca, Real Collegio) nel corso del main weekend del Festival. Il Photolux Festival Biennale di Fotografia che prende forma sotto la lungimirante direzione artistica di Enrico Stefanelli, apre però oggi, sabato 18 novembre, e ospita fino al 10 dicembre mostre ed eventi che coinvolgeranno moltissimi spazi della città toscana. E’ un festival ricchissimo e dal carattere internazionale, il tema che farà da fil rouge dell’intera manifestazione sarà “Il Mediterraneo”, non perdetelo!
Parlano della vita e della morte, queste immagini enigmatiche. Per capire bisogna guardarle molte volte e andarci dentro per poi uscire e studiarle ancora da lontano. Da principio lo sguardo si posa su parti di animali: zampe, schiene, corna, pance, pelle che sembra una texture.
Le scene sono tagliate, ravvicinate, come se il racconto non volesse dirci la verità e non contasse approfondire di quale bestia si stia parlando. Si tratta di un corpus di fotografie che destruttura alcuni diorami di un museo di storia naturale dedicati alla fauna selvatica americana. L’autore non ci dice il dove o il perché. Ferma pose, l’obiettivo è a pochi centimetri e tu che guardi non capisci. Ogni scatto può avere una valenza singola, ma fa parte di una collezione e acquista valore proprio perché collocato nel suo insieme.
Il progetto porta la firma di Christian Weber, un artista universalmente noto per voler sfidare le interpretazioni più convenzionali della realtà e della bellezza. La sua narrazione si sofferma sull’evoluzione e sulle trasformazioni che affronta la vita per adattarsi e sopravvivere. Preferisce farlo attraverso i dettagli, incorniciando cose apparentemente insignificanti, sottolineando l’anonimato di ogni animale eppure mostrandocene il fascino. Questi soggetti sono morti e impagliati, inseriti immobili in un teatro statico esposto a milioni di visitatori. Eppure svelano il mistero della creazione, della formula semplice della natura che esiste in una eterna contraddizione: produce massa e per sopravvivere poi la elimina. Queste immagini parlano di vita e morte e del suo ciclo infinito e selvaggio. E stare a osservare è irresistibile.