TERRE DI LOMBARDIA – II° Edizione – 2023 Fotografia, Territorio, Archivio

Nell’ambito della IX edizione della rassegna Archivi Aperti, dal 21 ottobre al 12 novembre 2023

L’Archivio Fotografico Lombardo (AFL), istituito nel 2021 nel comune di Castellanza (VA) per promuovere la conoscenza del territorio, sotto il punto di vista storico, paesaggistico, ambientale e sociale, nell’ambito della IX edizione del progetto nazionale ARCHIVI APERTI – RETE FOTOGRAFIA, in collaborazione e con il patrocinio del Comune di Castellanza e della Provincia di Varese, con la consulenza e il supporto tecnico dell’Archivio Fotografico Italiano APS e del curatore Claudio Argentiero propone dal 21 ottobre al 12 novembre 2023 la seconda edizione della rassegna di TERRE DI LOMBARDIA.
Partner dell’iniziativa che hanno condiviso e patrocinato la rassegna: Provincia di Varese, Ordine degli Architetti della Provincia di Varese, Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della provincia di Milano, ANBI Lombardia, Museo della Fotografia di Brescia, Fondazione Comunitaria del Varesotto Onlus,

LE MOSTRE

PAESAGGI DELLA PIANURA – AUTORI VARI
Courtesy ANBI – Lombardia
Per la comprensione e la gestione del territorio rurale e del paesaggio agrario, la Regione Lombardia – Direzione Generale Agricoltura – e URBIM hanno dato avvio al Progetto Osserva.Te.R. (Osservatorio del Territorio Rurale) che esamina situazione e problemi della pianura lombarda. Osserva.Te.R. nasce da alcune considerazioni e scelte precise. A cavallo del duemila la Lombardia si presenta come un territorio fortemente antropizzato e altamente produttivo, ma ricco ancora di spazi agricoli, di segni e di presenze naturali e culturali di grande valore storico e identitario. Tuttavia la singolare armonia tra uomo e ambiente che ha costituito l’elemento fondante e continuativo del suo sviluppo rischia di entrare definitivamente in crisi a causa dell’invadenza sempre più minacciosa dell’urbanesimo d’oggi che divora spazi
e risorse. I segni di questa crisi sono rilevati in modo sensibile dallo stesso paesaggio che va invece tutelato nelle sue specifiche componenti in quanto costituisce un elemento fondamentale di identità e condizione essenziale per il miglioramento della qualità della vita delle popolazioni. Ma il paesaggio non è una realtà obiettiva in sé conclusa che si esaurisce come una percezione momentanea di una tonalità definita. Il paesaggio infatti vive, pulsa incessantemente ed è il risultato dell’evoluzione di numerosi elementi che concorrono alla sua formazione: le acque, il suolo, le coltivazioni, le cascine, gli animali, la
vegetazione… e soprattutto la presenza e l’azione quotidiana dell’uomo. Ognuno di questi elementi viene analizzato nelle sue specificità, problematiche e cambiamenti dall’Osservatorio del Territorio Rurale, che svolge su ciascuno approfondite analisi scientifiche, condotte da studiosi e tecnici di varie discipline, e ampie campagne fotografiche svolte dai maggiori fotografi italiani, che con il loro contributo e una visione autoriale documentano i luoghi offrendo punti di vista da cui partire per una riflessione che tenga conto del rapporto uomo e ambiente.

STORIA, MEMORIA, OBLIO
DIMORE, VILLE, ARTE E ARCHITETTURE LOMBARDE IN ABBANDONO
Progetto e immagini di Stefano Barattini
Stefano Barattini ha iniziato a fotografare nel 1979, unendo l’interesse del viaggio viaggiare indissolubilmente alla fotografia. Dal 1990 (per circa 5 anni) inizia la sua collaborazione con la rivista Mototurismo e in seguito Scooter Magazine, dove ha pubblicato diversi reportage di viaggio e altri articoli legati al mondo degli scooter. Dopo una pausa di riflessione, nel periodo in cui stava nascendo l’era digitale, ha ripreso la fotografia adattandosi alle nuove tecnologie, sempre legandola ai viaggi soprattutto in Africa. L’architettura (con particolare interesse per il periodo razionalista) e gli spazi suburbani in
continua crescita dove la presenza umana, nei suoi scatti, è quasi sempre assente, sono temi che tratta periodicamente. Dal 2013 ha iniziato, con grande interesse e soddisfazione, a fotografare i luoghi abbandonati, soprattutto le aree industriali. Posti che emanano un fascino unico, fatto di luci e ombre, di polvere, odori e grandi silenzi ma soprattutto di ricordi. E sono questi ricordi, queste tracce del passato, che va a cercare e cattura con la macchina fotografica, perdendosi negli ambienti alla ricerca dell’inquadratura adatta e della luce giusta per meglio rappresentarli; una sorta di universo parallelo che
vive a poca distanza da noi e che la fotografia contribuisce a riportarlo per un momento in vita. Dal 2018 ha iniziato ad avvicinarsi alla fotografia aerea tramite drone. Questo strumento permette di avere una visione differente da chi sta coi “piedi per terra” ed è in grado registrare immagini del territorio difficilmente raggiungibili dall’occhio umano se non avvalendosi di strumenti esterni come elicotteri o aerei da turismo. La sua ricerca è volta a scoprire quali geometrie si nascondono nella costruzione e gestione dei campi lavorati dall’uomo. Ha esposto le sue immagini in festival, rassegne e mostre personali a livello
nazionale e ha ottenuto riconoscimenti significativi per lo stile e la ricerca che da anni persegue con talentuoso approccio.

La mè Brèssa
Fotografie di Piero Manenti
Pietro Manenti ha sempre dimostrato la dedizione e la passione di un fotografo che per decenni ha immortalato, in silenzio e con umiltà, la sua Brescia in tutte le sue sfaccettature, ritrovandola nei visi dei personaggi che nell ’arco della sua produzione ha incontrato. È la Brescia degli angoli nascosti della provincia, dei vicoli del centro storico, delle persone messe ai margini, dei mestieri ora scomparsi. Questa mostra raccoglie una selezione degli scatti che Manenti ha dedicato alla sua città e alla sua provincia, ora conservati nell’Archivio del Museo Nazionale della Fotografia Cinefotoclub Brescia, di cui è stato Socio e Consigliere. Pietro Manenti negli anni ‘70 viveva quotidianamente il centro storico: abitava in Contrada San Giovanni e aveva il proprio laboratorio di falegnameria in Vicolo dell’Anguilla, nel cuore pulsante del Carmine, quel quartiere che per molti rappresentava qualcosa da cui prendere le distanze. Manenti conosceva l’umanità che abitava queste vie, la gente per questo si fidava di lui e di conseguenza da lui si lasciava fotografare senza timore. Ha sempre amato fotografare le persone, con quella buone dose di audacia e intraprendenza, che gli permettevano di avvicinarsi, entrare in confidenza e
scattare. L’operazione dello scatto preferiva viverla da solo: all’epoca si diceva che “a morose e a fotografare era meglio andare da soli” e questo lo faceva aggirandosi per la città e per la provincia con le sue Nikomat e Minolta a pellicola con obiettivo 50 mm, quell’obiettivo che lo stesso Henri Cartier-Bresson diceva riuscire a restituire un’immagine in tutto simile a quella vista dall’occhio umano e permetteva di avvicinarsi maggiormente alle persone. Emoziona vedere oggi in queste immagini in bianco e nero di Piero Manenti, un centro storico che non c’è più ma che fa parte ormai del nostro immaginario
collettivo. ll centro storico della nostra città, e in particolare la zona del Carmine, negli ultimi anni sta vivendo una nuova primavera: gente che passeggia la sera per i suoi vicoli, ragazzi che affollano fuori e dentro i suoi locali, luci e colori, suoni. Sono fotografie nel puro stile “da strada”, che Manenti curava dalla fase della ripresa alla fase dello sviluppo e stampa in camera oscura: ha immortalato la vita, il brusio, la tranquillità, la quotidianità di un quartiere che per troppo tempo è stato considerato “pericoloso”. Un’umanità varia, che si ferma o cammina per Vicolo Borgondio, Pozzo dell ’Olmo, Contrada Carmine.
Colpisce ora vedere lo Stagnì che riveste di stagno le pentole di rame, la straccivendola con il suo carretto di legno che stanca si siede a chiacchierare con i passanti o la signora che nel suo laboratorio crea a mano pupazzi e giocattoli. Ci sono le strade non ancora asfaltate, i muri dismessi, la signora indaffarata in un cortile che non era altro che la sua casa, la venditrice di lavanda che sul sagrato di San Pietro in Oliveto consuma il suo frugale pasto, i bambini che divertiti corrono su un carretto per gli stretti vicoli. Ci sono anche i momenti di festa come il matrimonio in Vicolo Borgondio e la festa in Maddalena con i visi divertiti dei partecipanti al gioco del tiro alla fune. Ma non solo centro storico: troviamo fotografie scattate nella nostra provincia, in Franciacorta, a Borgonato, in Val Brandet, a Campo Vecchio. Immagini della
fine degli anni ‘70, dei primi anni ‘80 del 1900, in cui tutto sembra così lontano ora, di fronte ad un centro storico che è meta della mondanità e delle serate dei bresciani. Conoscere la storia attraverso la fotografia. Rivivere il passato oppure conoscerlo e prenderne consapevolezza. Provincia di Brescia inizi anni 1980. Le cascine e il loro mondo fatto di semplicità. Ecco cosa racconta Piero Manenti con la serie “Ricordi di vita in cascina”, dedicata alla provincia da cui si era spostato per trasferirsi in città, rimanendo sempre legato a quel mondo contadino, umile e sobrio. Queste fotografie in bianco e nero ci parlano di portici assolati in cui riposarsi dopo un faticoso lavoro, di bambini che giocano sporchi all’aria aperta, di salami messi a stagionare nelle umide cantine, di donne che lavano i panni nei secchi, di strade non asfaltate e bagnate, di messe celebrate nei cortili delle case, di scope di paglia, di mungitura di mucche, di tavole imbandite e di volti sorridenti. Un mondo a pochi chilometri dalla città, che manteneva vivo il senso di comunione, di famiglia intesa come vita di condivisione in uno spazio circoscritto, quello della cascina, in cui le abitazioni convivono con stalle, fienili, ambienti per la fabbricazione di cacio e burro e magazzini vari, raccolti intorno ad un grande cortile, che diventa l’anima pulsante del luogo. Fotografie come documenti, come testimonianze, cariche di emozione, velate di quella nostalgia e di ricordo, di quella patina di “mondo antico” a cui siamo indissolubilmente legati, che fa parte del nostro modo di vivere la nostra città e la nostra provincia, in cui abbiamo ancorate le nostre radici. (Luisa Bondoni, storica e critica della fotografia)

Piero Manenti nasce a Cossirano – Trenzano, il 12 gennaio 1939. A ventidue anni si trasferisce a Brescia e – nel 1975, dopo essersi iscritto al Cinefotoclub di Brescia – inizia a fotografare. Ha partecipato a più di cinquanta mostre fotografiche collettive e a numerose mostre personali, tra cui ricordiamo “Brescia moderna” (Salone Vanvitelliano di Palazzo Loggia negli anni ʼ80) e “Sensazioni in bianco e nero” (Sala dei Santi Filippo e Giacomo, 2013). Le sue fotografie sono pubblicate su importanti volumi fotografici: Brescia, antica della Lombardia, Brescia, la città degli anni ʼ90, I Brusafer della Franciacorta, 50 anni di storia in un click e 1953-2013: 60° anniversario Cinefotoclub. Eʼ stato insignito dalla Fiaf dellʼonorificenza di Bfi, Benemerito della Fotografia Italiana.

PROIEZIONI – CONFERENZE – PRESENTAZIONE DI LIBRI
Villa Pomini – sala conferenze – Castellanza (VA)
SABATO 28 OTTOBRE 2023 – ore 17 – ingresso libero
CONVERSANDO DI FOTOGRAFIA E CINEMA – Proiezione commentata
IL PAESAGGIO E IL LAVORO
nel cinema di ERMANNO OLMI
Relatore ROBERTO DELLA TORRE – Docente di storia del Cinema
Al termine visita guidata alle mostre
SABATO 4 novembre 2023 – ore 17 – ingresso libero
PRESENTAZIONE DI LIBRI – RACCONTI E IMMAGINI
Giuseppe Chiavaroli/autore
IL CASO DELLA BOTTEGA FOTOGRAFICA CHIOLINI DI PAVIA
Claudio Manenti / autore
ANDEM TUCC A MILAN
DOMENICA 5 novembre 2023 – ore 17 – ingresso libero
URBEX
FOTOGRAFARE L’ABBANDONO – Proiezione commentata
Incontro con il fotografo STEFANO BARATTINI
Al termine visita guidata alle mostre

INFORMAZIONI E CONTATTI
Luogo: Villa Pomini – Via Don Luigi Testori, 14 – Castellanza (VA)
Periodo espositivo: 21 ottobre – 12 novembre 2023
Inaugurazione-Presentazione e visita guidata alle mostre: 21/10/2023 ore 17
Orari visita: sabato 15,30-19 / domenica 10-12 – 15/18,30 – Ingresso Libero
Coordinazione: Archivio Fotografico Lombardo
Curatore: Claudio Argentiero /Afi
e-mail: afi.fotoarchivio@gmail.com ; sms 3475902640 – WhatsApp 333 3718539

 

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