In Val di Non è  aperta la mostra “A Line Made by Walking. Pratiche immersive e residui esperienziali in Long, Fulton, Griffin, Girardi”
A Line Made by Walking. Pratiche immersive e residui esperienziali, installation view, Castel Belasi – Richard Long, Cross of Sticks, 1983- PH credit ©Francesco Mattuzzi

di Barbara Silbe

C’è una valle alpina molto fotogenica, ideale per incursioni dedicate al paesaggio, al trekking fotografico, al buon cibo e alla cultura. Si tratta della Val di Non, provincia di Trento, un’ampia visuale dolomitica che si snoda tra il Brenta e il fiume Noce da Mezzolombardo fino a Cles. Sui pendii di queste montagne si coltivano le mele più buone del mondo, mentre non tutti sanno che questa terra ospita ben 43 antichi manieri e dimore storiche oggi visitabili: Castel Valer, Castel Nanno, Castel Coredo, Castel Belasi, Castel Thun, Palazzo Nero… edifici possenti che custodiscono tesori e storia, alcuni dei quali recentemente restaurati. Sono tra i meglio conservati di tutto l’arco alpino e la loro riapertura al pubblico li ha visti trasformarsi in un bellissimo spazio espositivo diffuso che, fino al 30 ottobre, ospiterà la mostra collettiva “A Line Made by Walking. Pratiche immersive e residui esperienziali in Long, Fulton, Griffin, Girardi”, prevalentemente incentrata su opere, per lo più inedite, provenienti dalla prestigiosa Collezione Panza di Biumo, dove pittura, grafica, scultura, installazioni, fotografia e videoarte dialogano tra loro e con gli spettatori.

A Castel Belasi, edificio affrescato tardo duecentesco legato alla famiglia nobile famiglia Kuhen, recentemente restaurato e fulcro della mostra, sono ospitate 21 opere: 15 sono inedite e 6 sono state parte della Collezione Guggenheim New York dal 1996 al 2003. Il filo conduttore, pensato come un dialogo tra il territorio, i suoi castelli e le opere, è la pratica del camminare quale esperienza estetica. Oltre a quelli di Richard Long, Hamish Fulton e Ron Griffini, a Castel Belasi, sarà presentata una serie di lavori di Daniele Girardi. Castel Valer, Castel Nanno e Castel Coredo gli altri manieri coinvolti dal percorso espositivo che ospiteranno altri pezzi, quaderni d’artista e approfondimenti.

A cura di Jessica Bianchera, Pietro Caccia Dominioni e Gabriele Lorenzoni.

Un’estate in castello

Oltre a una parte del percorso espositivo della mostra, Castel Valer, il fiore all’occhiello tra i manieri della Val di Non, propone novità interessanti: autentico scrigno di tesori, abitato ininterrottamente alla famiglia Spaur dal XIV secolo, da quest’anno oltre alle visite guidate sarà possibile partecipare a una serie di attività culturali, gastronomiche e didattiche, nonché organizzare eventi privati. Le aree fiabesche come il giardino, la loggia o il salone degli stemmi, faranno da cornice alle tante proposte ideate per gli ospiti.

Se prima valeva la pena raggiungere questo luogo anche solo per farsi incantare dall’imponente bellezza della struttura, con la sua torre ottagonale, unica in tutto il Nord Italia, che svetta tra i filari di melo, con queste nuove iniziative sarà possibile immergersi da protagonisti nei magnifici spazi di uno dei castelli più ricchi di elementi originali di tutte le Alpi.

Castel Belasi, che ospiterà, appunto, il cuore della mostra, si mette in evidenza anche per gli affreschi del Cinquecento che richiamano il modello decorativo del refettorio del castello del Buonconsiglio di Trento. Sottoposto a recente restauro ha ritrovato importanti decorazioni intorno alle porte dei saloni e ha svelato una facciata affrescata di notevole fattura. In questa sede si troveranno una selezione di lavori per lo più inediti di Long, Fulton e Griffin appartenenti alla Panza Collection.

Altro maniero visitabile sarà Castel Nanno, che si presenta come un’elegante residenza cinquecentesca, manifestando con chiarezza alterne fasi di uso e abbandono. L’edificio è stato, infatti, villa fortificata di campagna, a riparo della famiglia Madruzzo, caserma austro ungarica, ricovero coatto delle truppe italiane durante la Grande Guerra e deposito utile al lavoro nei campi.

Dimora dalle antiche origini, protagonista dell’estate della Val di Non in castello, è anche Castel Coredo, austero palazzo documentato per la prima volta nel 1291, che oggi ha l’aspetto di una dimora signorile settecentesca in cui sono ben visibili le stratificazioni del tempo e che ospita, tra le altre ricchezze, un ritratto di bambina del pittore trentino Bartolomeo Bezzi e la prima edizione del celebre Dioscoride, un trattato miniato di botanica stampato a Venezia nel 1565 del medico Pietro Andrea Mattioli, che soggiornò a lungo a Trento e in Val di Non.

Non perdete infine l’occasione per andare a Castel Thun, definito tra i più bei manieri medievali di tutta la Penisola e sottoposto a un lungo restauro. Immerso tra i meleti, svetta con la sua imponenza e racchiude tesori, mobili, pezzi d’arte, armi, porcellane che consentono un vero viaggio nel tempo. Che sia per vederli tutti insieme, uniti anche dal percorso espositivo legato alla mostra, o per ammirarne anche uno soltanto, i castelli della Val di Non costituiranno un ulteriore motivo per scegliere la valle trentina per un weekend fotografico e culturale o per un periodo di relax all’aria aperta con le Dolomiti di Brenta, patrimonio UNESCO, a fare da sfondo.

Info sulla mostra e sui castelli della Val di Non: www.castellivaldinon.it

Info turistiche: www.visitvaldinon.it

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