Di Barbara Silbe
Respirare è un’azione che ha a che fare con la nostra stessa sopravvivenza. Senza aria, non c’è vita. E’ un dentro connesso con il fuori, contrazione e rilassamento continuo del nostro corpo in armonia. Lo sa bene Margherita Nardi, che su questo concetto ci ha costruito un progetto fotografico intimo ed emozionante. Nascondendo dietro allle immagini una serie di simbologie, alcune esplicitamente esternate, altre no. Per scelta, per indole, l’autrice preferisce lasciare spiragli aperti alle interpretazioni, lancia messaggi che non è indispensabile noi tutti comprendiamo, quasi che la fotografia fosse più un dialogare con se stessa per raggiungere la consapevolezza alla quale accenna nel suo testo qui sotto. E’ un fatto che quando non siamo sereni o ci sentiamo in pericolo, il respiro cambia, viene trattenuto, accelera. E’ correlato alle tensioni, all’ansia che ci attraversa per varie ragioni. Si fanno corsi per respirare e liberarsi dallo stress, quasi che questa azione ci riportasse al ritmo ancestrale che ci appartiene: nascita, esistenza, morte, e innumerevoli sfaccettature nel mezzo che Margherita Nardi prova a raccontare: c’è l’aria pura intorno a un albero, o un brivido sulla pelle, un vetro che si appanna, l’insonnia su un cuscino carezzato da una mano, la serenità di un sorriso che si affaccia al sole della finestra. Affidando la sua idea a gesti di altri protagonisti, lei, autrice-soggetto, per riprende fiato e respirare la sua stessa libertà ha dovuto infilarsi dentro a diversi passaggi, usare i polmoni, lo sterno, il cuore e il cervello tutti legati da un filo stretto.
Queste le sue stesse parole:
Il respiro è un atto inconsapevole e spontaneo. Un meccanismo insito nella nostra esistenza, a cui non serve un input di azionamento, e a cui non diamo troppo peso. Respirare è un concetto chiaro e definito per chiunque, ma quante e quali accezioni può assumere nel corso di una vita? Alle mie fotografie ho affidato il compito di proporre una risposta a questa ricerca di senso e significatività.
Ho iniziato con una profonda introspezione: ancora fresche sono risultate per me, nel cuore e nella mente, le ferite di quel “mio” momento storico, in cui avevo un respiro corto, affannoso e pesante. Un costante senso di oppressione ha precluso ogni mia libera scelta per un paio di anni. Quasi apnea. La consapevolezza delle difficoltà e un crescente grado di accettazione del mio dolore, sono state bolle d’ossigeno che mi hanno riportata in superficie. Riemergendo, il mio primo respiro è stato energia pura. Bocca aperta, aria limpida.
Ho proseguito la ricerca porgendo ad alcune persone il mio dubbio di significato. Ho raccolto le loro testimonianze. Sentivo l’esigenza di capire se anche per gli altri esistesse una stretta connessione tra il respiro e le emozioni. Ho chiesto loro di fermarsi, in questo mondo sempre più frenetico, per ascoltarsi, e di tradurre in parole un concetto tanto facile da comprendere, quanto personale.
Ho capito che ognuno recupera il respiro secondo la propria spiritualità e necessità, proprio come potenzialmente diverse possono essere le strade che portano noi, singole entità del mondo, ad uno stesso obiettivo.
Ho capito che il respiro può rivelarsi come una preziosa chiave enterocettiva: aumentando il grado di consapevolezza e di ascolto del nostro intimo, possiamo, forse, percorrere la nostra strada più serenamente.
Ho capito che il respiro ha una propria frequenza e intensità, ovvero una forza diversa in ognuno di noi.
Capisco, ogni giorno, che il respiro è un’intima connessione tra mente e cuore. Un legame tra conscio e inconscio che ci attraversa tutti e che ci accompagna nel nostro quotidiano, e a cui, purtroppo, non sempre riconosciamo la giusta importanza. Il respiro non è solo un susseguirsi di attimi, ma porta la nostra presenza nella storia del tempo, senza esserne mai stanco.
Note biografiche
Mi chiamo Margherita, sono di Monza ma vivo e lavoro a Milano.
Conseguita la laurea in economia e commercio, ho deciso di fidarmi dell’istinto e di perseguire la mia passione per la fotografia. Dopo aver frequentato i corsi presso l’Istituto Italiano di Fotografia, ho iniziato a lavorare come assistente e poi come fotografa professionista. Sono specializzata in fotografia commerciale e industriale, reportage aziendale e ritratto.
Mi ritengo una persona inguaribilmente precisa, fortemente riolutiva e determinata. La mia ambizione mi spinge a continuare a studiare e sperimentare, anche nella ricerca introspettiva e artistica, per portare la mia fotografia a un maggior livello di espressività.